Chi deride il povero oltraggia Colui che l’ha fatto; chi si rallegra dell’altrui sventura non resterà impunito
Proverbi 17, 5
Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli; perché io vi dico che gli angeli loro, nei cieli, vedono continuamente la faccia del Padre mio che è nei cieli
Matteo 18, 10
Il proverbio che qui leggiamo ha il sapore della tradizione popolare: non si ride del male altrui, perché chi ride verrà punito. E quale punizione può essere riservata a chi deride la povertà altrui? Quale sventura si abbatterà su colui che si rallegra di quella altrui? Non ci sembri troppo lontano questo messaggio in giorni come i nostri nei quali la povertà sta crescendo vertiginosamente. Non ci sembri troppo lontano questo messaggio, perché anche il nostro mondo occidentale sta conoscendo sempre più la piaga della povertà. È verso questi fratelli e sorelle che sono colpiti dalla sventura che l’autore di questo testo ci invita a dirigere lo sguardo. Guardare a loro non con il sorriso di scherno di chi si compiace della propria ricchezza, ma con lo sguardo amorevole di chi vuole condividere. Il Proverbio ci pone di fronte alla nostra tentazione di guardare a chi è povero come a qualcuno che non ha fatto a sufficienza per garantirsi il minimo necessario per vivere. La nostra indifferenza, il nostro giudizio equivalgono a quella derisione sarcastica di cui parla la Scrittura. Finché tutti non hanno a sufficienza per vivere, nessuno ha il diritto di vivere tranquillo: a tutti e tutte noi, Dio ha affidato il compito di prendersi cura del prossimo in difficoltà, di amarlo come noi stessi. La nostra passività davanti a coloro che soffrono per la mancanza di beni essenziali equivale alla nostra sconfitta di creature, che pur amate da Dio, non sanno amare gli altri. E la nostra punizione è già su di noi ed è fatta di quella insoddisfazione che proviamo anche quando nulla ci manca, di quella tristezza inspiegabile che non ci abbandona, di quella frenesia che ci porta a cercare qualcosa che nemmeno sappiamo cosa sia. Solo quando a tutti sarà garantita la soddisfazione dei propri bisogni per vivere degnamente, solo allora potremo ridere insieme nella gioia di riconoscerci figli e figlie dello stesso Dio. Amen!