La Riforma protestante, un fatto italiano
09 maggio 2017
La mostra che si è inaugurata a Firenze e gli appuntamenti futuri
La mostra «Una Riforma religiosa per gli italiani», curata da Marco Fratini e Laura Venturi (Fondazione Centro culturale valdese) e inaugurata il 3 maggio alla Biblioteca nazionale di Firenze per cura del Centro culturale valdese e della biblioteca stessa, adempie in pieno alle sue promesse. Risponde all’intento di mostrare come la Riforma protestante sia stato anche un fatto italiano: questo era già l’intento del conte Piero Guicciardini quando nell’Ottocento raccoglieva i testi dei riformatori italiani. Troviamo quindi nella mostra testi di Vergerio, Curione, Ochino, Vittoria Colonna, Aonio Paleario, Olimpia Morata e tanti altri. Troviamo la Bibbia di Brucioli e una collezione consistente di Bibbie in italiano dal Cinquecento in avanti. La collezione comprende anche più di 400 testi di Savonarola, da Guicciardini inteso come un precursore della Riforma.
Colpiscono i disegni dell’esilio, fatti con cura da Guicciardini nelle diverse case che lo ospitarono in tutta l’Europa protestante quando, a causa dell’intolleranza religiosa, fu arrestato e costretto all’esilio. Nel suo intervento Valdo Spini, membro del Comitato scientifico della Biblioteca nazionale di Firenze, ha parlato di una sorta di risarcimento che la città offre a Guicciardini, accusato e cacciato, e ora onorato con questa mostra che rende visibile anche la sua fede, oltre che la sua cultura.
Nel corso del mese di maggio avranno luogo una serie di visite guidate alla mostra e una giornata di convegno, venerdì 26, che porterà i partecipanti anche a visitare la chiesa dei Fratelli di via della Vigna Vecchia, fondata da Guicciardini, luogo nel Cinquecento del Tribunale dell’inquisizione, di fronte a cui sta il Bargello, allora carcere, in cui il conte fu imprigionato.
Tra i diecimila volumi del Fondo conservato alla Biblioteca nazionale sono stati scelti per la mostra quelli del Cinquecento, ma non si può ignorare il contesto risorgimentale in cui Guicciardini e altri protestanti evangelici operarono nell’Ottocento. Piero Guicciardini tornò a Firenze dall’esilio, infatti, subito dopo l’Unità d’Italia e il suo lavoro di evangelizzazione è strettamente intrecciato al suo impegno civile per una Italia laica. Gli ideali del Risorgimento erano fermenti attivi anche tra gli evangelici stranieri presenti a Firenze in quegli anni: mazziniani e garibaldini animavano i circoli letterari e i luoghi della predicazione evangelica. In occasione dell’inaugurazione della mostra sono stati ricordati anche i molti esuli lucchesi che arricchirono la Riforma europea, così come i molti toscani che operavano perché la Riforma trovasse spazio in Italia.
Guicciardini stesso descrive la sua passione per l’evangelo e la sua visione della Riforma in Italia in questi termini: «la presente risveglia può dirsi d’aver avuto per solo agente la Bibbia, come nella Riforma del XVI secolo l’Italia ebbe la sua autonomia, i suoi riformatori, i suoi martiri che nulla attinsero da Lutero e da Calvino, ma che col soccorso della Parola e del Santo Spirito raggiunsero la verità senza accettare l’espressione straniera nella dottrina e nelle pratiche» (cit. da S. Maghenzani, Bollettino Società di Studi valdesi, dic. 2009, p. 105).
La mostra sarà visitabile in formato digitale anche al Centro culturale valdese di Torre Pellice per tutta l’estate, ma sarebbe bello se molte chiese organizzassero delle brevi gite a Firenze in questo mese di maggio per visitarla e magari per vedere, agli Uffizi, i ritratti di Martin Lutero e Caterina von Bora, messi in evidenza in una sala dedicata a Dürer e a Cranach.
Ringraziando la Biblioteca nazionale di Firenze, gli storici e archivisti che hanno lavorato alla catalogazione digitale del Fondo per alcuni anni, va valorizzato il fatto che questo è un frutto dell’accordo raggiunto tra Tavola valdese e ministero dei Beni Culturali nel 2013, in cui si afferma che il patrimonio protestante è patrimonio della formazione della cittadinanza italiana. Proprio ciò che Guicciardini sosteneva in pieno Risorgimento, e ciò che vogliamo essere oggi come chiese legate alla Riforma.
(La mostra è visitabile fino al 30 giugno con il seguente orario: dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 18,30; sabato dalle 8,30 alle 13,30)