La sorte mi ha assegnato luoghi deliziosi; una bella eredità mi è toccata!
Salmo 16, 6
Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate per ogni opera buona
II Corinzi 9, 8
L’insoddisfazione è una delle condizioni che condizionano spesso, troppo spesso, l’esistenza umana. È uno stato che può avere effetti sul corpo e sulla mente molto gravi e per questo non va sottovalutata. Anche sotto l’aspetto della fede, perché può essere causa di conflitto tra la parte razionale e quella emotiva e spirituale della persona, fino a giungere al limite patologico della depressione.
Purtroppo, anche i cristiani non sono immuni da queste problematiche, e questo potrebbe evidenziare una scarsa considerazione dei valori che la Scrittura vuole trasmetterci.
L’insoddisfazione fa vivere male perché è l’effetto del sentirci insufficienti, scarsamente considerati, poco stimati, eppure il Signore, oltre al dono della Grazia, ha fatto sì che vivessimo «avendo sempre in ogni cosa tutto quel che ci è necessario». Dio ci rassicura che valiamo più di due passeri e che siamo preziosi e stimati agli occhi del Padre (cfr. Mt. 10, 29 e Is. 43, 4), amati in modo tale che pur essendo da Lui distanti ci ha donato la pace (cfr. Ef. 2, 17).
Dunque, non lasciamoci bloccare dall’insoddisfazione, anzi reagiamo ad essa ricordando le parole del Salmo 23, che sembra essere stato ridotto a rango di passaggio liturgico funerario: “Il Signore è il mio Pastore, nulla mi mancherà”.
Se fonderemo le nostre esistenze sulla meravigliosa evidenza che nulla ci mancherà, avremo tutto ciò che ci occorre, anche quella fede che spesso si rivela effimera e non certo per colpa di Colui che ce l’ha donata. Allora prenderemo nuove forze per abbondare nella maggiore delle opere buone: la testimonianza del Vangelo. Quale credibilità avrebbe un vangelo annunciato da un popolo insoddisfatto?