A fine anni Novanta la Provincia di Torino, attraverso la comunità montana val Pellice e l’Anpi, finanziò l’allestimento dell’Ecomuseo della Resistenza e la mappatura dei sentieri partigiani tra le borgate e i boschi di Angrogna, Bricherasio e Luserna San Giovanni.
Quel che mancava in una delle valli protagoniste della Resistenza al nazifascismo era un lavoro analogo per i luoghi dell’alta val Pellice, ovvero Torre, Villar e Bobbio.
Nel 2009, grazie a un contributo regionale, il progetto dei sentieri partigiani è ripartito, affiancato alla nascita della biblioteca della Resistenza a Torre Pellice. Roberto Rigano, membro del Cai, dell’Anpi e consigliere comunale a Torre Pellice, spiega il senso del suo lavoro: «abbiamo voluto riprendere alcuni sentieri dell’alta val Pellice connotandoli come “partigiani”, nel senso che erano utilizzati dai partigiani per gli spostamenti. Non abbiamo creato dei sentieri veri e propri, ma adesso dovremmo fare delle cartine e delle schede che raccontino le principali storie del periodo della Resistenza in alta val Pellice».
Abbiamo quindi deciso di raccontare alcune di queste storie: siamo partiti dal centro di Torre Pellice, dalla caserma Ribet e dalla Tipografia Alpina, che stampava anche i volantini dei ribelli. Ci siamo fatti raccontare alcuni momenti dei 20 mesi della guerra di Liberazione da uno degli ultimi testimoni diretti, il partigiano torrese Giulietto Giordano, classe 1925. Ci ha fatto ripercorrere la storica e fondamentale battaglia del Rio Cros che permise di mantenere l’”Italia Libera”, la zona fuori dal controllo nazifascista tra il febbraio e l’aprile del 1944 in alta val Pellice.
Abbiamo poi ripercorso la storia delle lapidi dei partigiani tra Torre e Villar Pellice, il racconto dell’assalto e della presa della Caserma di Bobbio Pellice, fino alla tragica fine della partigiana Jenny Cardon, catturata e uccisa poco prima della Liberazione.