Distogli gli occhi miei dal contemplare la vanità e fammi vivere nelle tue vie.
Salmo 119, 37
Non vi lasciate trasportare qua e là da diversi e strani insegnamenti; perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia, non da pratiche relative a vivande, dalle quali non trassero alcun beneficio quelli che le osservavano
Ebrei 13, 9
In questa epoca del consumismo estremo, le sirene della vanità, dell’effimero, intonano continuamente inni di persuasione: l’uomo è diventato (ci piaccia o no) un mero target commerciale e non solo. In questa veloce frenesia, sembra che l’uomo, interessandosi esclusivamente a se stesso, abbia abbandonato il suo ruolo di animale sociale: c’è chi si gratifica in acquisti talvolta inutili, chi va a caccia di consensi millantando meriti e crediti di cartapesta, chi si industria nell’imbrogliare, nel prevaricare, nel sopraffare i più deboli.
I media, a livello globale, ci sottopongono ad un continuo ed intenso bombardamento mediatico: televisione, smartphone, gigantografie pubblicitarie, telefonate inopportune a tutte le ore, ci spingono in direzioni da noi non volute come si spingono le bestie da macello verso il mattatoio. In questo andazzo, anche i credenti non sono esclusi dal pigia pigia persuasivo delle menti e spesso, molto spesso, sono esposti al rischio di perdere di vista la propria vocazione: vivere nelle vie del Signore.
Vivere nelle vie del Signore non comporta alcuna rinuncia, al contrario ci arricchisce facendoci riguadagnare noi stessi.
Vivere nelle vie del Signore ci insegna a fare stima di tutto quanto possediamo e solo questo basterebbe ad abbattere l’ansia che ormai accompagna un po’ tutti.
Basterebbe pensare alle parole di Gesù: «Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose (il vestiario e il cibo) vi saranno date in più» (Matteo 6, 33)… evidentemente, per molti il Regno di Dio è qualcosa di evanescente, incomprensibile, lontano, inattuale.
Pare, purtroppo, che, per tanti, ormai la grazia non basti più (cfr 2 Corinzi 12, 9).