Certamente il povero non sarà dimenticato per sempre,
né la speranza dei miseri resterà delusa in eterno
Salmo 9, 18
Saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole
I Tessalonicesi 4, 17-18
Molti Salmi ci tramandano la preghiera dei poveri e degli oppressi; in molto Salmi chi prega cerca protezione e giustizia e sa che Dio è fedele e sosterrà chi si rivolge a lui con fiducia. Anche in questo Salmo, alcuni versetti prima del nostro, il salmista confessa la sua fede, dicendo: «Il Signore sarà un rifugio sicuro per l’oppresso, un rifugio sicuro in tempo d’angoscia» (v. 9). Nei Salmi si intrecciano sempre dichiarazioni di fiducia e richieste di aiuto, che a volte diventano vere e proprie grida di aiuto. Perché è chi crede che chiede, è chi ha fiducia che osa aprire la bocca e levare il suo grido a Dio.
Vi sono, però, momenti della nostra esistenza in cui la fiducia è messa a dura prova. In questo versetto risuona la speranza per il futuro, che presuppone però di saper attendere. I verbi sono al futuro: il povero non sarà dimenticato, la speranza dei miseri non sarà delusa… Il futuro è il tempo che indica la promessa e il fatto che il verbo si trovi nella forma passiva indica che è Dio il soggetto di quella promessa: Dio non dimenticherà il povero, Dio non deluderà la speranza dei miseri.
Nei momenti più duri è necessario saper attendere con fiducia, sapendo che Dio manterrà le sue promesse. La fede cristiana guarda al futuro con speranza, anche quando l’apparenza dice il contrario. E dunque anche la preghiera guarda al futuro, chiedendo a Dio di essere «un rifugio sicuro in tempo d'angoscia», e contemporaneamente sapendo che «certamente» Dio non ci dimentica e non deluderà le nostre speranze.