Rivivano i tuoi morti!
Isaia 26, 19
Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche
Apocalisse 14, 13
La Scrittura di oggi, inevitabilmente, ci rimanda alle riflessioni della Pasqua, e parlare della Pasqua alle soglie dell’avvento, potrebbe sembrare una forzatura. No per il credente che annuncia la Pasqua, la festa della vita che si rinnova nel segno della riconciliazione con il Padre, la festa della letizia che soppianta la tristezza, il giorno dello Spirito dell’Amore che scaccia ogni paura (cf 1Gv 4,18), perché la risurrezione è la sconfitta della madre di tutte le paure. L’umanità ha da sempre temuto gli insondabili meandri della morte, e quello che l’uomo desiderava si avverava: la morte non era un evento dagli effetti irreversibili, non era una strada senza ritorno e ci si poteva aprire ad una nuova visione della vita fatta di speranza, alla visione di un mondo rinnovato in cui l’uomo si scopre capace di perdonare, amare e ricominciare su nuovo cammino.
Questa speranza non verrà delusa perché non è legata ad un’effimera emozionalità, ma viene direttamente da Dio, procedendo dallo Spirito di Dio, che dona generosamente una vita nuova a chi crede.
Questa nuova vita, nel segno dell’Amore (quello con la a maiuscola) ha una precisa ragion d’essere: è una vita da spendere a favore del prossimo, facendoci questa volta noi portatori di pace (cfr. Mt 10,13; Lc 10.5) e speranza in un mondo di disperazione dove regna ancora la morte, un mondo segnato da una violenza che sembra non aver mai fine.
Ebbene sì, tocca a noi credenti adoperarci per ridestare la speranza nei cuori smarriti in un creato che si sgretola sotto i colpi di una egoistica violenza.
Le luci che accenderemo tra poco per il Natale siano il segno vero che la Luce, quella vera, sta per venire nel mondo (cfr. Gv 1, 9), la luce del Principe della Pace (cfr. Is 9, 5) che ha vinto le tenebre della morte.