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La sesta edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo, tenutasi a Torino e sostenuta attraverso i fondi Otto per mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi, ha premiato sabato sera la video inchiesta «Tabù HIV» di Giulia Elia e il webdoc «Le mani sul Fiume» di Giulia Paltrinieri.

Le autrici hanno ricevuto la targa dalle mani di Maria Bonafede, già moderatora della Tavola valdese e pastora a Torino, in occasione della serata tenutasi al Piccolo Regio.

«È stata una serata emozionante, e al femminile – ha rilevato Maria Bonafede, dopo aver premiato le due inchieste finaliste –. Al Piccolo Regio sono salite sul palco molte giornaliste: le sei finaliste del Premio, le due tutor professioniste, la portavoce del Premio Mara Filippi Morrione, la ricercatrice dell’Osservatorio di Pavia Paola Barretta, la bravissima cantante Saba Anglana e una delle giornaliste d’inchiesta più caparbie e capaci che io abbia mai incontrato, Milena Gabanelli, alla quale è stato consegnato il Premio “Baffo rosso”, proprio in memoria di quello che portava Morrione; un Premio che l’Associazione amici di Roberto Morrione ha assegnato alla giornalista di Report per la sua costante ricerca della verità. Per tornare alle giovani, devo ammettere che tutte le quattro inchieste finaliste meritavano di essere premiate, e in fondo credo che lo siano state, in base al percorso previsto dal bando, che però stabilisce anche che solo due debbano “arrivare al podio”. I temi trattati dalle giornaliste under 31 sono attuali e ben affrontati – prosegue Bonafede –, e molte delle informazioni emerse sono poco note, altre, invece, sconosciute; un obiettivo, quello di far emergere casi nuovi, che tutte le inchieste giornalistiche dovrebbero prefissarsi. Anche per illuminare quelle zone d’ombra e indagarne altre oscurate da editori e testate giornalistiche».

Tema di questa VI edizione del Premio erano le fake news, le bugie e, in modo ironico, Marco Presta e Antonello Dose, giornalisti e conduttori del programma “Il ruggito del coniglio”, hanno proposto con simpatia al pubblico in sala una bella parodia, facendo riflettere su quanto sia necessario per chi deve informare, ma anche per chi ha diritto di essere informato, i rischi ai quali ogni giorno – soprattutto con l’avvento delle nuove tecnologie – si può incorrere. Le parole del magistrato Caselli, di don Ciotti e del giornalista francese Plenel, hanno esortato le giovani finaliste ad essere sempre eticamente corrette, scrupolose, ed hanno evidenziando il valore di questo mestiere, un mestiere che dev’essere fatto con la schiena dritta, come insegnava Morrione. Alle giovani giornaliste, tutte e quattro, auguro di poter continuare ad illuminare le periferie del mondo, le storie e le persone dimenticate, gli ultimi, e tutti i fatti che sono spesso oscurati dall’informazione generalista. Queste ragazze, sono un bene prezioso per la tutela della nostra consapevolezza e della nostra conoscenza».

La giuria, presieduta da Giuseppe Giulietti, ha motivato la scelta come segue: «L’inchiesta Tabù HIV vince la sesta edizione per la categoria video per la sua capacità di approfondimento di fatti di cronaca legati a temi di interesse generale, trattati con sensibilità e rigore professionale».

Il webdoc Le mani sul Fiume ha vinto invece la sesta edizione «Per la tecnica e il linguaggio giornalistico combinati con perizia nel mondo digitale e per la capacità di fornire nuovi e più ampi strumenti di conoscenza di realtà territoriali complesse come quella protagonista dell’inchiesta».

Ricordiamo che le autrici sono state supportate nella realizzazione delle inchiesta dai tutor del Premio Morrione: il tutor di Giulia Elia è stato Pablo Trincia, mentre Maurizio Torrealta è stato il tutor di Giulia Paltrinieri. Entrambe hanno potuto inoltre contare sul tutor legale, avv. Giulio Vasaturo, sul tutor tecnico audio video Francesco Cavalli e sul tutor tecnico per il webdoc Stefano Lamorgese.

Erano in finale insieme alle due inchieste vincitrici anche la video inchiesta “Nei canali della ‘ndrangheta” di Alessia Melchiorre e Antonella Serrecchia (tutor Giulia Bosetti) e il webdoc d’inchiesta “Matti per sempre” di Daniela Sala e Maria Gabriella Lanza (tutor Laura Silvia Battaglia).

Immagine: Andrea Marcantonio

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