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Il 5 ottobre scorso il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti umani a Palazzo Madama, ha lanciato l’iniziativa di un digiuno a staffetta a sostegno dell’approvazione da parte del Senato della Repubblica della legge sullo «Ius soli temperato», già approvata dalla Camera dei Deputati e tesa a riconoscere il diritto di cittadinanza a bambini, ragazzi e giovani minori che nascono e vivono in Italia.

Finora hanno aderito all’iniziativa «Non è mai troppo tardi» – che raccoglie il testimone del digiuno attuato il 3 ottobre (giornata della memoria per le vittime dell’immigrazione) da oltre 900 insegnanti in tante scuole italiane a sostegno dell’approvazione della legge di riforma della cittadinanza – decine di parlamentari, europarlamentari e centinaia di cittadini.

Si aggiungono ora alla lista anche le chiese battiste metodiste e valdesi di Milano e singoli credenti delle chiese avventista, luterana e dell’Esercito della salvezza della città meneghina, che da lunedì cominceranno il digiuno a staffetta.

«Consentire ai figli nati in Italia da genitori stranieri che vivono in Italia da almeno cinque anni, e che hanno superato un test di lingua italiana, è atto di giustizia elementare e una strategia di integrazione più che necessaria», ha affermato Massimo Aprile, pastore della chiesa battista di Milano-via Pinamonte. «Il fatto che un diritto così elementare si sia inceppato nelle maglie dell’opportunità politica, o meglio dell’opportunismo partitico, è cifra della crisi morale e civile del nostro Paese.
 Le chiese possono far sentire la loro voce forte e chiara. Il digiuno, oltretutto, è anche nelle corde spirituali di noi cristiani».

I credenti che parteciperanno all’iniziativa si renderanno disponibili ad un digiuno di un giorno, durante il quale si rifletterà e si pregherà per tutti coloro che vivono la difficile esperienza dell’esilio o dello sradicamento dal proprio paese a causa della guerra, della povertà e dei disastri ambientali. «Ci impegneremo – ha proseguito Aprile – a pregare per chi cerca di radicarsi in un nuovo Paese che è spesso indifferente, e a volte ostile. La nostra adesione è perciò anche carica di aspettative: speriamo di essere affiancati da tante persone delle nostre chiese. Un piccolo segno che unitamente a quello di molti altri, credenti e non, concorrerà a far crescere la consapevolezza che questa legge sarebbe un piccolo ma importante atto di civiltà e anche di protesta spirituale contro lo strisciante razzismo che sta prendendo piede intorno a noi».

Il 31 ottobre prossimo, poi, le chiese evangeliche di Milano organizzeranno in città, a piazza San Babila, una «bolla del silenzio», per rendere pubblica testimonianza dell’adesione delle chiese evangeliche all’iniziativa.

Secondo il senatore Manconi – tra i promotori dello sciopero della fame – proprio alla fine di ottobre, una volta approvata la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Def), si potrebbe trovare il tempo per porre in aula la discussione del provvedimento e votare la riforma.

Intanto domani in piazza Montecitorio per il Cittadinanza Day si ritroveranno insegnanti, genitori e alunni, insieme al movimento #Italianisenzacittadinanza e alla Campagna «L’Italia sono anch’io», per chiedere l’approvazione della riforma che introduce lo Ius soli.

Immagine: via istockphoto.com

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