Fonte: www.chiesavaldese.org
Per oltre trent’anni, dal 1945 al 1976, la Scuola latina di Pomaretto aveva, oltre alla denominazione ufficiale, anche un nome di persona: Elsa Balma, preside. Chi visita oggi l’importante complesso culturale gestito dall’Associazione Amici della Scuola latina (mostra dei modellini Ferrero, incontri e convegni) difficilmente riesce a immaginare le condizioni della riapertura della Scuola media, dopo la chiusura del periodo fascista. L’edificio era in condizioni di qualsiasi stabile abbandonato per quattordici anni. I sussidi erano quelli di qualsiasi scuola povera di allora. E Elsa Balma, giovane professoressa ventiseienne, fu subito chiamata, oltre che all’insegnamento, anche alla funzione di preside. «Preside, professoressa, e, qualche volta, anche bidella» disse una volta il pastore Gustavo Bouchard. Cioè persona sempre presente e sempre disponibile per qualsiasi necessità della scuola che era, in fondo, la sua famiglia e la sua vita.
Non l’ho avuta come insegnante, ma come preside. Alunno un po’ discolo, ho, quindi, conosciuto piuttosto la sua disciplina. Ma era inevitabile, per la sua autorevolezza, accettare che lo scherzo dovesse avere dei limiti. Da massellino, inoltre, sapevo quale era stato il rigore di suo padre, il maestro Enrico Balma, nel suo insegnamento a Massello dove aveva avuto come alunni i miei genitori. Quindi era inevitabile – ma anche giusto – che la figlia ne seguisse un po’ le orme.
Dopo l’emeritazione, membro fedele di chiesa, ha trascorso gli ultimi decenni della sua vita a Pinerolo, dove si è spenta pochi mesi prima del compimento dei cento anni. La ricordiamo come persona, diacona, e rappresentante dell’eroica generazione degli insegnanti che hanno saputo ricostruire la scuola dopo il disastro lasciato dal ventennio fascista e dalla seconda guerra mondiale.