I figli d’Israele dissero al Signore: «Abbiamo peccato; facci tutto quello che a te piace; soltanto, te ne preghiamo, liberaci oggi!»
Giudici 10, 15
Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta
Ebrei 12, 1-2
L’autore della Lettera agli Ebrei esemplifica l’impegno dei credenti mediante un’immagine attinta dal mondo sportivo. Siamo allo stadio. I nostri giorni mortali sono la pista da percorrere… anzi è la pista dove correre in gara sotto lo sguardo di una folla di spettatori, ai quali l’autore di questo scritto aveva fatto riferimento in precedenza. Nel capitolo precedente aveva presentato una carrellata di credenti che si erano distinti nella fede, mostrando una solidità spirituale ammirevole e una speranza immensa.
Ne parla come la «grande schiera di testimoni». Per correre speditamente è necessario non avere pesi che rallentino la corsa. Seguendo la metafora proposta dal nostro autore, è necessario liberarsi dal peso del peccato. Per esperienza sappiamo che è impossibile non peccare. Fa parte della fragilità della natura umana. Ma il nostro testo esorta a «deporre» il peccato. Nella fede abbiamo accesso a una vita rigenerata dalla grazia divina, per cui il peccato non ci signoreggia più; non ne siamo più schiavi se restiamo fedeli a Cristo. Ed è proprio a questa conclusione che il nostro brano conduce.
Noi cristiani che in vari modi e in varia misura sosteniamo la faticosa competizione nell’arena della fede, siamo invitati a volgere il nostro sguardo a Cristo! Veniamo invitati a correre, tenendo lo «sguardo su Gesù» che qui è definito come «autore» della fede in quanto essa si fonda sulla sua vita, morte e resurrezione; ed è anche colui che la rende «perfetta». Nel linguaggio neotestamentario, il termine allude a qualcosa che giunge a maturazione. Per questo, accanto al tema della fede, l’autore aggiunge l’elemento della «perseveranza», frutto di un processo di maturazione spirituale, condizione indispensabile per raggiungere la meta e tagliare il traguardo.
Cristo non solo è all’origine della nostra fede, ma è anche il modello ideale nel cammino della salvezza che ogni cristiano è chiamato a realizzare.