Fu uno fra gli ultimi atti del mandato di sindaco di Piero Fassino la firma, nel febbraio 2016, del “Patto di condivisione”, il documento sottoscritto dal Comune e da venti Associazioni in rappresentanza dei circa 50mila cittadini di fede islamica residenti a Torino per affermare i valori della convivenza, del rispetto reciproco, della comune conoscenza e del dialogo.
Il patto è il coronamento di un percorso lungo almeno dieci anni:
da dieci anni infatti è attivo in città il Comitato Interfedi. Da oltre vent’anni nelle scuole pubbliche è riconosciuta la possibilità di avvalersi di regimi alimentari specifici per gli alunni di fedi diverse. Negli ospedali è riconosciuta la presenza di ministri di culto di altre religioni oltre a quella cattolica. Una sala di preghiera per i fedeli musulmani è stata di recente allestita allo scalo aeroportuale. Nei cimiteri cittadini è possibile la tumulazione rituale per tutte le confessioni che ne facciano richiesta, oltre a quelle che hanno l’intesa con lo Stato. Le differenti celebrazioni religiose, dal Natale al Ramadan, vedono collaborazione, scambio e comune partecipazione. La festa di Eid-Al-Fitr in occasione del Ramadan, da otto anni è aperta ai saluti laici e civili del Sindaco e delle autorità istituzionali e a quelli delle altre principali fedi religiose cittadine: il rappresentante del Vescovo, la Comunità ebraica, le Chiese protestanti.
Tre i campi di azione del patto: la costituzione di un coordinamento permanente con le comunità religiose e la città; la presenza nei luoghi di culto islamici di spazi informativi istituzionali e relativi alle attività della città; l’organizzazione di giornate “Moschea aperta, spazio per tutti” e la promozione di iniziative per la istituzione della “giornata europea Moschee aperte”.
Ed è quest’ultima iniziativa che è stata presentata stamane nella sala colonne del municipio di Torino, alla presenza dell’assessore alla politiche per la multiculturalità Marco Giusta e dei rappresentanti di varie associazioni musulmane. Giusta ha parlato di necessità «Di rompere il cerchio della paura. Torino lancia una sfida, un messaggio contro i pregiudizi e le diffidenze, perché non vi è messaggio più efficace che i buoni rapporti fra le comunità»
16 sono le moschee e i centri islamici che apriranno le porte al pubblico domenica 11 giugno, in pratica tutte quelle ufficiali esistenti sul territorio torinese. La giornata cade all’interno del mese di digiuno, il Ramadan, per cui il pubblico è invitato in orario serale, dalle ore 19 alle ore 22. Sono previsti momenti di discussione, riflessione e dopo il calar del sole ci sarà la condivisione dell’ iftar, la cena di rottura del digiuno. Un momento comunitario importante, che contribuisce nella volontà degli organizzatori a costruire una società più inclusiva.
A questo link potete scaricare la mappa delle moschee aderenti.
Brahim Baya, portvoce dell' “Associazione islamica delle Alpi”, che gestisce fra l’altro il centro Taiba di via Chivasso che ospita la sala preghiere più frequentata del Piemonte, ha espresso la propria gioia nel mettere in comune spazi e pensieri, in un momento dell’anno così significativo per la comunità: «I musulmani torinesi sono parte integrante della nostra città e i loro luoghi di culto sono un patrimonio di spiritualità, di cultura e di dialogo a disposizione di tutti i torinesi.
Con questa iniziativa vorremmo farvi conoscere questi spazi e condividere con voi uno dei momenti più solenni della nostra giornata di digiuno in questo sacro mese di Ramadan, il pasto di rottura del digiuno.
L’evento sarà un’occasione per approfondire la conoscenza reciproca e costruire insieme una città plurale e aperta al contributo di tutte le sue cittadine e i suoi cittadini».