«Il Signore è la mia parte», io dico, «perciò spererò in lui»
Lamentazioni 3, 24
Mediante Gesù Cristo abbiamo anche avuto, per fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio
Romani 5, 2
Il breve libro che va sotto il titolo di «Lamentazioni» è tradizionalmente collegato alla distruzione di Gerusalemme per mano dei babilonesi e al profeta Geremia che, con tutte le proprie forze, aveva cercato di scongiurare questa catastrofe. Giusta o sbagliata che sia questa paternità e la sua collocazione, non c’è dubbio che l’atmosfera in cui nasce il libro è tra le più tragiche; in parte paragonabile, tanto per dare un’idea, alla shoah dei nostri tempi.
Ma la storia del passato è costellata da eventi simili e purtroppo anche il nostro presente ne è pieno e se non riusciamo a fermarle in tempo altre catastrofi epocali, e non solo per una città o un popolo, ma per l’intero nostro pianeta, si preannunciano per i giorni futuri.
A fronte di questo c’è la speranza, intesa non è come un semplice ed egoistico «io speriamo che me la cavo», ma come certezza che il Dio che abbiamo conosciuto ha vinto (Cristo è risorto) e vincerà le potenze della morte che ci circondano. Perciò senza scoraggiarci o demordere, ma con serenità determinazione e fiducia affrontiamo il presente e il futuro.