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O Signore, insegnami la tua via; io camminerò nella tua verità
Salmo 86, 11

Gesù vide due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, i quali nella barca con Zebedeo, loro padre, rassettavano le reti; e li chiamò. Essi, lasciando subito la barca e il padre loro, lo seguirono
Matteo 4, 21-22

 

I Salmi abbondano di richieste al Signore perché ci guidi nella vita. E coloro che pregano si pongono nella posizione di discepoli umili e volenterosi. Il libro del Salterio si apre proclamando che chi si diletta nella legge dell’Eterno e la medita giorno e notte è beato. L’autore del Salmo 119 fa ricorso a molti sinonimi per sottolineare il desiderio di uniformarsi alla volontà di Dio esaltandone la legge, i precetti, i comandamenti, gli statuti, la parola, dichiarandosi pronto a seguire, ubbidire, ascoltare, osservare, mettere in pratica. In questo atteggiamento di ascolto ricettivo chiede l’aiuto, la guida, l’illuminazione, l’insegnamento del Signore stesso.

Il versetto citato esprime in modo esauriente questo desiderio: Se tu, Signore, mi indichi il percorso, io lo seguirò, perché so che è quello giusto. Il cammino della vita non può che condurre a Dio stesso, principio e fine di ogni cosa.

L’epistola agli Ebrei inizia dicendo: «Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri, per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio…».

I profeti d’Israele avevano già indicato la via, ma Gesù è il pieno esaudimento della preghiera del salmista, in lui Dio ha parlato in modo definitivo. Gesù stesso ha affermato: «Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Giovanni 14, 6). Ciò significa che Gesù, Parola di Dio, è il nostro Maestro e Signore e il suo insegnamento, il suo esempio, la sua vita stessa sono il cammino tracciato per dare un senso pieno alla nostra esistenza. Giungere «alla casa del Padre» è metafora della realizzazione di sé, lo sciogliersi delle nostre contraddizioni, l’acquietamento di ogni tensione. Lo stesso percorso seguito dal Figlio della parabola, che ritrova, alla fine del suo peregrinare se stesso e il senso della vita. «Il nostro cuore è inquieto – dirà S. Agostino – finché non riposa in te, Signore».

Immagine: via Pixabay