Egli fa cose grandi e imperscrutabili, meraviglie innumerevoli
Giobbe 9, 10
Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia
Giovanni 1, 16
«Allora si alzò e mi guardò proprio come immagino che le stagioni dall’alto guardino verso il campo: sorrise. E ancora disse: “Tutti gli uomini ti amano per loro stessi. È per te che io ti amo”. Poi se ne andò. Nessun altro uomo camminò mai come lui camminava. Era un soffio nato nel mio giardino, che alitava verso oriente? O una tempesta, che avrebbe squassato sin dalle fondamenta tutte le cose?». (Maddalena) (Gibran, Gesù figlio dell’uomo)
Maddalena è una figura molto speciale e importante, che rappresenta tante cose, e tra le tante anche le «cose grandi e imperscrutabili, meraviglie innumerevoli» di cui parla Giobbe.
Un vento nel giardino o una tempesta? Maddalena, attraverso le belle parole poetiche di Gibran, non se ne cura troppo. La cosa grande e imperscrutabile era già avvenuta per lei: l’incontro con Gesù, e il resto era secondario. Secondario vuol dire che arriva secondo, prima c’è un’altra cosa, e cioè l’incontro. L’incontro con l’Amore. Lei, che vendeva amore, incontra l’Amore. E non le importa se sarà vento leggero o tempesta.
Ecco: oltre che all’allegria che ci trova problematici, aggiungiamo che non siamo tanto capaci di non curarci di ciò che è secondario. E curandoci di ciò che è secondario, ci può capitare facilmente di perderci ciò che è primario.
Le stagioni che guardano al campo dall’alto sanno perfettamente che, nel loro variare, infine il campo porterà tutto il suo frutto. A volte serve la tempesta, altre il venticello. Le stagioni sorridono al campo. Bellissima questa immagine di Gibran. In fondo, dobbiamo affidarci a quel sorriso, perché, che sia vento nel giardino o tempesta, tutto servirà al campo per portare il suo frutto. Cose grandi e imperscrutabili, come i diversi tipi di vento. E meraviglie innumerevoli, come i frutti di un buon raccolto.