Il Dio del cielo ci farà ottenere successo. Noi, suoi servi, ci alzeremo e costruiremo
Neemia 2, 20
Noi infatti siamo collaboratori di Dio
I Corinzi 3, 9
Questa affermazione dell’apostolo Paolo si presta ad una duplice reazione: da un lato essere collaboratori di Dio è qualcosa che certamente ci lusinga; dall’altro è qualcosa che ci sgomenta.
Avere la consapevolezza di poter dare il contributo personale nel campo del Signore è certamente motivante e affascinante se guardiamo alla gloria e alla onnipotenza del Signore.
È lusinghiero pensare di cooperare col Signore nella realizzazione del regno di Dio, quel regno in cui il Principe della pace saprà donare a tutti quella pace che il mondo non sa donare.
Se poi guardiamo ai nostri limiti, alle nostre miserie, cadiamo nello sconforto che comporta tale evidenza: quale contributo possiamo noi dare con tutta la nostra insufficienza? Nulla.
Dunque… qui è il dilemma: esseri collaboratori di Dio è motivo di gioia o di turbamento?
La cosa straordinaria, in questa collaborazione è che il Signore, nella sua onnipotenza, non ha certamente bisogno del nostro aiuto, ma, la parola di oggi ci coinvolge in un compito che è troppo arduo? Disagevole? Inattuabile?
Se a questi quesiti guardiamo con l’occhio della razionalità umana, abbiamo già perso: è meglio lasciare perdere…
Ma, se, al contrario, leggiamo le nostre esistenze alla luce della fede in Dio e della sua Parola, allora abbiamo solo da rimboccarci le mani e mettere mano al lavoro: perché la nostra impossibilità diventerà possibilità… ricordiamoci di Matteo 17, 20c: Gesù disse: «(se avete fede) niente vi sarà impossibile».
Forti di questa promessa, fiduciosi che Egli, che ci ha fatti e ci conosce, non ci chiederà nulla al di sopra delle nostre forze (cfr 1 Corinzi 10, 13), fidiamoci di Dio e delle sue promesse.
La fede nel Padre sarà la nostra forza, ed allora potremo dire con Paolo: «Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica (Fl. 4, 13)». Amen