Un libro per le scuole italiane (per il triennio delle superiori) che porta Lutero in copertina: il ritratto firmato da Lucas Cranach il Vecchio illustra Storia moderna, un testo di Giorgio Spini*, professore che nasceva cent’anni fa a Firenze, ed è scomparso nella sua città nel gennaio del 2006. Il testo è stato riedito a cura di Marcello Verga, docente di Storia moderna all’Università fiorentina. Ne parliamo con la figlia Debora, che insegna Teoria politica alla Syracuse University in Florence e alla New York University in Florence. E lo facciamo proprio partendo dalla copertina: sarà un fatto irripetibile?
«Questa copertina può essere un fatto innovativo, – ci risponde –: speriamo che non sia un caso unico, anzi speriamo che inauguri una nuova tradizione, e che tutta la serie di iniziative, convegni e riflessioni che seguiranno per tutto l’anno prossimo il 500° anniversario della Riforma, riescano in un certo senso a fare breccia all’interno della cultura e del discorso pubblico italiano».
Come si presenta il testo curato dal prof. Marcello Verga?
«Il titolo dell’edizione odierna è Storia moderna, ed è andato in stampa con una nuova introduzione: questo è il nuovo titolo con cui è tornato un manuale per le scuole superiori, che aveva come titolo Disegno storico della civiltà, che veniva definito comunemente “lo Spini”, e che solo successivamente uscì anche per Einaudi con il titolo Storia dell’età moderna».
Qual è allora l’intento che traspare da questa nuova iniziativa editoriale?
«Nelle intenzioni dell’editore e di Marcello Verga, a cui io e i miei fratelli siamo molto grati per la grande intelligenza e dedizione che ha messo in questo lavoro di curatela, c’era proprio questo: prima di tutto riportare in circolazione un testo che si può ancora adoperare, essendo ancora vivo e non invecchiato; un testo adottabile nelle nostre scuole. Ma soprattutto c’è un altro aspetto, che consiste nel riportare alla luce un’operazione culturale che ebbe un gran significato all’epoca [le prime edizioni dei tre volumi del Disegno storico risalgono alla fine degli anni ‘40, nda]: portare proprio la Riforma al centro, come fattore chiave nell’affermarsi della modernità».
Quindi l’editore di oggi ha considerato la perdurante attualità di questo schema interpretativo...
«Sicuramente: si è voluta mettere in luce un’operazione che era stata assolutamente innovativa, in una cultura italiana che allora era tutt’altro che ricettiva: la Riforma come una fase necessaria per la nascita del mondo moderno».
Un’osservazione ancora va fatta, a proposito della splendida «leggibilità» di questo testo: una virtù rara nell’editoria e nella pubblicistica italiana, anche in quella destinata agli studenti: è così?
«Mio padre era convinto che si dovesse “imparare con piacere”. Mi ricordo che da bambina gli chiesi: ma babbo, perché ti piace la storia? E lui mi disse: perché mi piacciono i libri gialli, mi piacciono le storie misteriose. Ogni volta che parlava di storia, lo faceva con lo stesso divertimento e la stessa passione di chi avrebbe potuto scrivere un “giallo”; la sua era una prosa molto bella, certo, ma non era semplicemente una questione di eloquio forbito: mio padre faceva ancora parte di una generazione di uomini e di donne per i quali il lavoro intellettuale non era organizzato a compartimenti stagni, per cui non si poteva mai veramente separare lo studio della storia, per esempio, dallo studio della letteratura – altro suo grande amore – e dallo studio della storia dell’arte. Quindi, il fenomeno storico deve essere visto anche dal punto di vista culturale, e da qui vien fuori la sua prosa, che non è bella perché sia ricercata, ma perché è viva».
* Giorgio Spini, Storia moderna, a cura di Marcello Verga. Torino, Utet, 2016, pp. XIX-417, euro 27,00.