Afferra saldamente l’istruzione, non lasciarla andare; conservala, perché essa è la tua vita Proverbi
4, 13
Lo scopo di questo incarico è l’amore che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera
I Timoteo 1, 5
Già lunedì abbiamo riflettuto sulla figura di Timoteo e sull’educazione alla fede. I due versetti di oggi parlano a degli adulti che devono ricordarsi della loro istruzione. Nei Proverbi è la Sapienza che parla, che ha istruito personalmente il figlio che ora deve afferrare e conservare l’insegnamento ricevuto. Mi chiedo che cosa ho imparato io da Dio che non devo dimenticare.
È, al tempo stesso, il pregio e il dramma di una buona educazione che il soggetto non si renda conto di aver ricevuto proprio quell’insegnamento. Il tema è talmente interiorizzato che non può più essere visto come qualcosa di ricevuto, ma sembra far parte dell’essere.
So quanto è diversa una vita che è basata sull’amore incondizionato da una vita che non conosce l’amore. So che posso fare delle scelte diverse conoscendo e avendo interiorizzato la libertà. So che le mie decisioni prese seguendo i comandamenti di Dio possono essere differenti e talvolta poco comprensibili per persone che non hanno come base della loro vita quest’insegnamento.
I Proverbi ci ricordano di afferrare saldamente l’istruzione della fede perché essa è la vita. Preciserei: una vita vera come Dio se la immagina.
Anche Timoteo deve ricordarsi e può fare affidamento sull’insegnamento che ha ricevuto, perché egli ha un compito da svolgere e lo scopo di questo incarico è l’amore. Solo chi ha ricevuto e sperimentato l’amore può dare amore. Chi invece ha dovuto crescere senza sentirsi amato farà per tutta la sua vita grandissima fatica ad accettare l’amore e ad amare altri. Questa non è una minaccia ma la dura e pura verità dei fatti.
Come Timoteo siamo esortati a ricordarci dei buoni insegnamenti della fede che abbiamo ricevuto e a metterli in pratica per trovare così la vita che Dio s’immagina per noi.