Il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, debutta a Torino alla Casa del teatro per ragazzi il nuovo spettacolo di Nonsoloteatro, compagnia di Pinerolo che si occupa in modo specifico di teatro per bambini e ragazzi.
Una storia disegnata nell’aria racconta la storia di Rita Atria, la più giovane testimone di giustizia, uccisasi il 26 luglio 1992, una settimana dopo la strage di via D’Amelio, in cui perdeva la vita il giudice Paolo Borsellino, che era stato quasi un padre per lei. Il padre “vero”, così come il fratello, entrambi mafiosi, erano stati uccisi e da questi omicidi era nata la decisione, prima della cognata poi di Rita stessa, di collaborare con la giustizia.
In vista del 25° anniversario di quei tragici giorni, Guido Castiglia, autore e interprete dello spettacolo, ha deciso di raccontare la sua storia: «La scelta nasce sull’onda del lavoro che stiamo portando avanti da diversi anni con le scuole, sul bullismo infantile e adolescenziale, ma soprattutto nasce da un incontro con il presidio Libera “Rita Atria" di Pinerolo al quale ho aderito praticamente fin dalla nascita. Anche per me Rita Atria era un nome o poco più, le stragi di Falcone e Borsellino erano talmente eclatanti che il suicido di Rita passò in secondo piano.Quando si scelse di dedicare il presidio a Rita, decisi di approfondire e conoscere meglio questa storia. Trattandosi di una ragazza di 17 anni, e facendo io un teatro per ragazzi e adolescenti, ho pensato che sarebbe stato bello parlarne a loro. Grazie al responsabile del presidio sono riuscito a entrare in contatto con la cognata di Rita, Piera Aiello, che tutt’ora vive sotto protezione, ed è iniziato il lavoro insieme, ho scritto la storia potendo conoscere elementi che ai fini della cronaca sono irrilevanti, ma sono molto importanti per ricostruire il vissuto emotivo».
Possiamo immaginare che la preparazione di questo spettacolo sia stata molto intensa e impegnativa, così come l’incontro con Piera Aiello, profondamente coinvolgente e non facile: è così?
«Entrare in contatto con una storia tragica come quella di Rita è stato sicuramente un viaggio intenso, anche se sono abituato: quando devo lavorare su storie vere, in qualche modo ne prendo le distanze, con l’obiettivo di fare poi arrivare l’emotività allo spettatore. L’incontro con Piera è stato umanamente molto forte, perché si intuisce subito una sorta di difesa, un dolore intenso in questa donna che dal momento della sua scelta ha dovuto traslocare continuamente, cambiare nome, vita, come se la sua vita precedente fosse stata seppellita. Ciò che ne fa una donna forte è che ha voluto continuare a parlare di questa storia per combattere la mafia, intervenendo nelle scuole con il suo nome vero, oltre a portare avanti una lotta per trovare un lavoro per le persone sotto protezione, a impegnarsi per distinguere il “collaboratore di giustizia” dal “testimone di giustizia” cioè chi collabora non essendo mai stato mafioso, come lei e Rita».
A proposito di scuole: gli studenti non sono soltanto i destinatari del vostro lavoro, ma gli interlocutori e gli “accompagnatori” della nascita dello spettacolo: ci spieghi come si svolge?
«Come tutti gli spettacoli che produciamo, anche questo nasce rispettando i tre principi del teatro per ragazzi: scegliere il pubblico cui si rivolge, frequentarlo e elaborare un linguaggio adeguato a quella fascia d’età. Ho lavorato con ragazzi di terza media e alcune classi superiori, sondando costantemente il testo, anche perché era un testo non semplice, con un taglio poetico, che affronta un tema duro, difficile. Quindi non è stato facile calare il testo a quella dimensione, ma è stato un bel percorso, e come sempre è stato importante confrontarmi con il pubblico al quale mi rivolgo».
Come hanno reagito i ragazzi, per i quali questa vicenda fa parte della “Storia”, dal momento che nessuno di loro era ancora nato all’epoca in cui è avvenuta?
«Nel momento in cui si entra nella storia l’elemento temporale salta, è come se saltasse un tappo: quando si parla di una ragazza di 17 anni che si innamora, o della sofferenza rispetto a una madre più che rigida, cattiva nei suoi confronti, sono temi universali che vanno al di là del tempo, la reazione dei ragazzi è di entrare in contatto con la storia. Il fatto che sia una storia realmente accaduta ha aggiunto un plusvalore».
Quali spettacoli sono previsti? Chi vuole assistere allo spettacolo del 25 che cosa deve fare?
«Domani (oggi, mercoledì 23 novembre, ndr) iniziano le repliche per le scuole, che sono al completo; inizialmente ne era prevista una al giorno ma c’è stata molta richiesta, quindi ne abbiamo due mercoledì, due giovedì e una venerdì. Abbiamo già 1400 prenotazioni per Pinerolo a marzo, e sono già previsti alcuni appuntamenti a Milano, Bologna, Cascina…
Per lo spettacolo di venerdì sera alle 21 basta andare sul sito della Casa del teatro per ragazzi di Torino (corso Galileo Ferraris 266) e prenotarsi. Aggiungo che venerdì sera ci sarà anche Piera Aiello, che alla fine farà un suo intervento. Interverrà anche Maria Josè Fava, responsabile di Libera Piemonte, che ha aderito a questo spettacolo, sostenendolo».