Gerusalemme è circondata dai monti; e così il Signore circonda il suo popolo, ora e per sempre
Salmo 125, 2
Il veggente Giovanni scrive: «Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli”»
Apocalisse 21, 3
I monti sono alti e la loro cima è vicina al cielo.
I monti circondano e il loro abbraccio protegge dal nemico.
I monti sono di roccia e la loro stabilità dà sicurezza.
I monti sono silenziosi e il loro silenzio dona calma e tranquillità.
I monti sono maestosi e la loro bellezza regala gioia agli occhi.
I monti sono un confine e quello che nascondono è puro mistero.
Così il salmista deve aver visto i suoi monti, quelli che circondano la città Santa: alti, possenti, maestosi, eterni. E a quei monti ha voluto accostare l’immagine di Dio, potente ed eterno, ora e sempre. In questo abbraccio divino troviamo tutto l’amore e la protezione del Signore per il suo popolo: un popolo che ha bisogno di quel Dio, che ama pur essendo tradito, di quel Dio che ascolta, pur essendo bestemmiato, di quel Dio che aiuta, pur essendo messo ai margini.
Nell’abbraccio al popolo d’Israele, troviamo l’abbraccio di Dio a tutta l’umanità, a quel popolo fatto di uomini e donne che vanno da un confine all’altro della terra, oltre quell’orizzonte che limita il nostro sguardo, oltre quel tempo che limita la nostra vita.
Ora e sempre, il Signore abbraccia il suo popolo, ora e sempre Lui è vicino: guardare a Dio è alzare gli occhi alla vetta dei monti che indica l’infinito. Un altro Salmo dice: «alzo gli occhi verso i monti, da dove mi verrà l’aiuto?». E con il salmista, anche noi oggi abbandoniamoci alla preghiera e volgiamo lo sguardo alle altezze dei monti per gustare l’abbraccio protettivo di Dio, senza nulla chiedere, senza nulla fare, con la sola certezza che nulla ci mancherà. Amen!