Ecco, al Signore tuo Dio appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e tutto ciò che essa contiene
Deuteronomio 10, 14
Le qualità invisibili di Dio, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue
Romani 1, 20
Molti di noi, guardando la meraviglia del creato, sono portati a pensare a chi l’ha potuta concepire. Ci viene quasi spontaneo. Certo, non è così per tutti. Qualcuno vi vede la divinità stessa del creato, altri vi vedono il risultato spettacolare di ciò che il caso e la necessità hanno saputo realizzare.
Qui l’apostolo Paolo afferma che con la vista e con l’intelligenza, ammirando il creato, gli esseri umani possono comprendere la natura di Dio, ossia da un lato sanno distinguere il creato dal Creatore e dall’altro sanno riconoscere l’origine e la dipendenza della natura da Dio.
Certo, Dio è conoscibile solo se egli stesso si rivela, e Dio si è rivelato primariamente nella storia del popolo di Dio, nella profezia e in generale in ciò che è scritto; ma la creazione è già un buon abbozzo della sua rivelazione e comunque sufficiente per essere riconosciuto. Pertanto qualunque essere umano porta una responsabilità per la quale non potrà giustificarsi davanti a Lui.
Ma per noi che abbiamo conosciuto Gesù Cristo: l’iniziativa di Dio nei nostri confronti, l’intervento centrale nella storia di Dio, il passo di Dio verso di noi, colui che ci ha ricollegati alle rivelazioni storiche di Dio nel popolo d’Israele; per noi che conosciamo Dio nella Scrittura, anche osservare un tramonto, un panorama naturale, un fondale marino o un cielo stellato è un’occasione di gioia, di emozione e di riconoscenza verso Colui che ha creato il bello e il buono di cui viviamo ogni attimo della nostra esistenza.