Con la «Domenica della Riforma», appena celebrata in tutte le chiese protestanti, siamo entrati nell’anno che sarà caratterizzato da incontri, dibattiti, manifestazioni di vario genere, per ricordare i 500 anni trascorsi dalla affissione delle famose 95 tesi di Lutero sulla porta della cattedrale di Wittenberg. Nelle numerose riflessioni sulla Riforma, e sul suo significato oggi, saranno sottolineati i «pilastri» del messaggio luterano: solo Cristo, sola Grazia, sola Fede, sola Scrittura, Soli Deo gloria. Di questa rivoluzione teologica, l’elemento più concreto, tangibile per il popolo cristiano, fu probabilmente la Scrittura, la Bibbia, finalmente – grazie alla traduzione in tedesco quotidiano fatta da Lutero e ai caratteri mobili inventati da Gutenberg per la stampa – accessibile e non più manoscritta, in latino, e riservata al clero. Non c’è stato al mondo libro più tradotto della Bibbia (in ben 2454 lingue diverse!) e ci sono a disposizione dei lettori varie traduzioni, più o meno recenti, ufficiali, interconfessionali, in lingua corrente…
Dunque le possibilità di avvicinarsi al testo biblico, oggi anche con Internet, sono tantissime: la Scrittura è stata scoperta o riscoperta da molti; nella seconda metà degli anni ‘60 l’onda lunga del Concilio Vaticano II ha dato un impulso forte alla diffusione del testo nel mondo cattolico, le Società Bibliche hanno diffuso milioni di copie della Bibbia. Oggi ci sono proposte perché la si legga nelle scuole (sarebbero a favore 6 italiani su 10).
Ma, a questo punto, arrivano i dati sulla «religiosità» degli italiani e sulla situazione al riguardo in alcuni paesi (indagine Eurisko realizzata per la Federazione biblica cattolica). Gli italiani si dicono cattolici all’88%, ma solo il 32% frequenta assiduamente le chiese; l’86% ignora del tutto la Bibbia e in materia di fede non ha alcuna nozione di base...
Numeri che in parte conoscevamo, ma che colpiscono. Ad esempio: negli Usa due cittadini su tre hanno letto almeno un brano biblico nell’ultimo anno, fra gli italiani solo uno su quattro. Una minoranza sa che i Vangeli fanno parte della Bibbia, ma qualcuno pensa che sia stato Gesù a scriverli, dopo aver scritto anche... la Genesi. La lettura della Bibbia, che era divenuta familiare in molti gruppi di credenti, come le Comunità di base cattoliche, diventa più sporadica.
Nelle case valdesi, metodiste, battiste la Bibbia non manca mai, a volte ce n’è più di una. A volte stabile sugli scaffali a prendere polvere. In molti casi, al mattino o durante la giornata si trova un momento per aprire e leggere il lezionario biblico. Sta di fatto che su un totale di circa 17.000 membri comunicanti della Chiesa evangelica valdese, la presenza media ai culti è di molto inferiore. Per molti, la partecipazione al culto è l’unico momento in cui si leggono o ascoltano brani della Bibbia; purtroppo, a volte i sermoni, anziché essere prima di tutto il racconto del testo e una spiegazione del contesto, viaggiano per conto loro verso affrettate «attualizzazioni» o inefficaci esortazioni morali. Fra le attività delle chiese c’è sempre lo studio biblico comunitario, seguito in genere da un piccolo assiduo gruppo.
Le cifre dicono e non dicono, resta il fatto che eravamo il «popolo della Bibbia» e oggi lo siamo molto meno. Siamo pronti a individuare nella Chiesa cattolica ciò che non viene dalla Bibbia ma dalla tradizione, ma perché non rivalutare, noi, almeno, lo spirito di certe tradizioni valdesi del Medioevo, a cominciare dai barba che imparavano a memoria brani della Bibbia per poi percorrere le strade d’Europa e diffonderla? La resistenza valdese, durante le persecuzioni e di fronte alle lusinghe, alle richieste di abiura, all’esilio, al martirio non sarebbe stata possibile senza essere ben aggrappati alla nostra forte rocca che è il Signore, Gesù Cristo. Senza la fede in Lui di cui è resa testimonianza nella «Scrittura»…
Dunque questa Scrittura va frequentata di più, va conosciuta meglio, va masticata. Potremmo dire, pensando a Lutero a proposito del Sola Scrittura: sola e abbondante.