Il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità
Isaia 53, 11
Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti
Marco 10, 45
Che cosa sia la giustizia, che cosa significhi fare giustizia, chi sia un giusto – sono tutte domande abissali che percorrono la nostra cultura fin dalle sue origini.
È la giustizia un semplice rapporto di uguaglianza, quale emerge nella cosiddetta «legge del taglione» (occhio per occhio, dente per dente)? O un rapporto di equilibrio tra le virtù del singolo e tra le parti del corpo sociale, sul modello dell’equilibrio fra le diverse funzioni dell’anima umana (razionalità, affetti e passioni), come propone Platone? (Non è un caso che il simbolo della giustizia sia quello di una bilancia a due bracci: uguaglianza, equilibrio).
E il «fare giustizia»? È un giudicare, che stabilisca se un atto compiuto sia bene o sia male? Oppure è un «rendere» giustizia, un dare a ciascuno il suo, soddisfacendone il diritto?
E chi è mai un giusto? Chi abbia rispettato tutte le regole vigenti, o chi abbia agito senza avere di mira il proprio interesse?
Sono definizioni importanti, che colgono aspetti essenziali di nozioni apparentemente chiare, ma che sfuggono e si moltiplicano, senza che si riesca mai a ridurle del tutto a unità. È l’inesauribilità della giustizia, che va continuamente ricercata, giorno per giorno, epoca per epoca, senza poter mai essere formulata una volta per tutte.
Nella Bibbia, tanto nell’Antico quanto nel Nuovo Testamento, compare una forma di giustizia che non c’entra né con la retribuzione proporzionata né con il diritto di ciascuno, e nondimeno la riconosciamo come giustizia: rendere giusti gli altri, chi non lo merita in alcun modo, non soltanto perdonando – che in certi casi è già assai difficile – ma caricandosi volontariamente del giudizio e della sentenza che grava sulle ingiustizie altrui, espiando per esse, perdendo il proprio diritto e la propria dignità agli occhi del mondo. È la giustizia del Servo del Signore, quella incarnata in Gesù e nella sua vicenda. È la giustizia che Dio, e lui solo, dona al mondo. È quella che rende giusti, che nessuno può darsi da sé, e senza la quale nessuna giustizia è mai compiutamente tale.