Cercate il Signore e la sua forza, cercate sempre il suo volto!
Salmo 105, 4
Signore, insegnaci a pregare
Luca 11, 1
Lo sguardo vaga smarrito, il passo è stanco e si procede per inerzia, meccanicamente: come certi gatti domestici che cacciano i topi senza sapere più perché. Le occasioni in cui essere sopraffatti dalla noia, dalla nausea o dall’indifferenza sono tanti; i motivi per soffrire e disperarsi anche di più. Se guardiamo soltanto al nostro mondo, sembra di assistere a un’eterna ricapitolazione in cui ciò che è, è già stato e, un giorno, sarà di nuovo: vanità delle vanità…
L’antico salmista, però, ci invita con forza e con gioia ad alzare lo sguardo e cercare il Signore. Il nostro mondo è reale ma, per quanto sia giustamente importante, non esiste solo quello. C’è anche (c’è soprattutto!) il regno di Dio. La nostra realtà, pur tanto problematica, sta sotto il «Sì» benedicente del Signore. Cercare la sua forza e il suo volto, non significa soltanto la (legittima) ricerca di aiuto e protezione, ma esprime la fiducia in un Dio che opera prodigi e miracoli, i cui giudizi sono retti.
La sua natura non cambia e, proprio perché è il nostro Creatore, è anche il nostro Salvatore. Se perfino nell’epoca del post-postmoderno, è scandaloso che una madre si disinteressi dei suoi figli, quanto è giusto celebrare e salmeggiare la fedeltà del Signore. Il nostro sguardo non dev’essere perso nel passato, a ricordare e meditare quanto l’Eterno ha operato nella storia; no, deve essere volto al presente e al futuro, a quanto l’Eterno continua a operare. Una lode limitata a meditare le meraviglie di un tempo, è una lode a metà, destinata ad affievolirsi col trascorrere degli anni. Una lode autentica deve essere invece «bifocale» e saper guardare contemporaneamente i prodigi vicini e quelli lontani.
Questo sguardo bifocale, inoltre, è l’unico che ci permette di vedere correttamente il nostro mondo, non come qualcosa di chiuso in se stesso, ma inserito nella realtà dinamica di Dio che ci precede e ci segue. La nostra dignità e il nostro valore non ne sono sminuiti, ma pienamente riconosciuti.