Io sono il Signore; questo è il mio nome; io non darò la mia gloria a un altro, né la lode che mi spetta agli idoli
Isaia 42, 8
Sebbene vi siano cosiddetti dei, tuttavia per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi viviamo per lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale anche noi siamo
I Corinzi 8, 5-6
I «cosiddetti dei» di cui Paolo parla sono le divinità pagane venerate ai suoi tempi. Nei primi secoli dell’Impero romano convivevano culture e pratiche cultuali di ogni provenienza. Molte religioni – l’ebraismo stesso – praticavano sacrifici di animali, dopo di che la loro carne veniva messa in vendita a prezzi convenienti. Molti compravano e consumavano questa carne, anche fra coloro che frequentavano le comunità cristiane, e alcuni credenti si scandalizzavano di questo fatto, come se la «carne sacrificata agli idoli» fosse impura, diabolica. Quasi che mangiarla significasse «contaminarsi» con il paganesimo e farsi coinvolgere nel culto idolatrico.
La questione doveva essere abbastanza dibattuta se l’apostolo Paolo la riprende nel capitolo 10 della stessa epistola e nel capitolo 14 della lettera ai Romani.
La risposta di Paolo nei capitoli citati ci sembra incerta, perché da un lato difende la libertà di ognuno di comportarsi secondo coscienza, dall’altro invita a non dare motivo di scandalo a chi è «debole nella fede”.
Meglio sarebbe l’invito a crescere e a far crescere nella fede, a non rimanere eternamente bambini, come si diceva nel commento di martedì scorso.
E seguire ciò che Paolo dice in Romani 14: «Smettiamo di giudicarci gli uni gli altri» (vers.13), e cerchiamo di vivere secondo la nostra coscienza, la nostra comprensione, la nostra convinzione: «Tutto quello che non viene da fede è peccato» (vers. 23).
Gli dei odierni sono altri: potere, denaro, carriera, divismo, sesso, scienza, tecnologia, ideologie religiose, filosofiche, politiche e altro ancora.
La sintetica confessione di fede di Paolo, nell’unico Dio che è origine di ogni aspetto della creazione e nell’unico mediatore, il Signore Gesù, che ne ha rivelato l’amore, la grazia e la volontà, è un invito all’ascolto e alla sequela del Cristo. Con lui cade ogni forma di ossequio e servitù verso dei e signori. Con lui conosceremo la verità e la verità ci farà liberi.