L’Associazione Carta di Roma – nata nel dicembre 2011 per dare attuazione al Protocollo deontologico «La Carta di Roma - per un’informazione corretta sui temi dell’immigrazione», siglato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog) e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) nel 2008; Associazione che vede tra i fondatori la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e membro del consiglio direttivo –, ha reso noti alcuni dati, elaborati in collaborazione con l’Unhcr, relativi allo spazio che i media nazionali stanno riservando alle notizie dedicate al tema dei rifugiati, migranti e richiedenti asilo; dati che sono stati comparati ai primi nove mesi del 2015 e che fanno emergere, malgrado la stingente attualità del tema, una diminuzione di interesse pari al 18%.
Con 3.906 articoli pubblicati sui quotidiani cartacei, tra il 16 luglio e il 30 settembre 2016, la copertura mediatica dedicata all’immigrazione registra un calo. Così emerge dalla rassegna stampa curata dall’Associazione Carta di Roma.
Rispetto all’anno scorso, dunque, si è delineato, in percentuale, un 38% in meno di notizie pubblicate, dato in linea con quelli rilevati nei mesi precedenti che evidenziavano un meno 35%. Diminuzione che appare meno incisiva se la s’inserisce nella tendenza annuale: dall’inizio dell’anno gli articoli raccolti nella rassegna sono stati 13.950.
Nell’agenda dei media, dunque, e in particolare in quella delle testate cartacee, rileva Carta di Roma, l’argomento «migrazioni e migranti», continua a essere costantemente presente. Tra i temi scelti dai giornali: i fatti di cronaca e le politiche migratorie. Il tema «rifugiati» ha registrato una riduzione del 55%; le politiche migratorie il 40% e il dibattito politico, addirittura l’82% di presenza. In media anche le notizie di cronaca sono diminuite, del 33%.
Mediterraneo: naufragi e assuefazione
Nella prima Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza, istituita dal nostro Parlamento e dedicata alle vittime delle migrazioni, tenutasi lo scorso 3 ottobre a Lampedusa proprio per ricordare la tragedia del 2013, la stampa non «ha bucato» l’appuntamento e la Rai ha addirittura promosso il Prix Italia nei giorni precedenti proprio dall’Isola siciliana.
Tuttavia, a fronte di un numero di arrivi via mare di poco superiore a quello dell’anno precedente (+0,15%), il tema approdi ha avuto meno visibilità rispetto al 2015. Dal primo gennaio al 30 settembre il dato relativo alle pubblicazioni si è attestato su un meno 40%; 36% restringendo l’analisi al periodo luglio-settembre.
«Preoccupante il silenzio mediatico sulle morti in mare», denuncia l’associazione Carta di Roma, infatti nei soli primi nove mesi del 2016, stando ai dati aggiornati dall’Unhcr, sono stati 3.498 tra morti e dispersi, mentre nell’intero 2015: 3771 – «cifre, queste, che purtroppo possono essere considerate una stima al ribasso – ricorda ancora l’Associazione Carta di Roma –, poiché è presumibile che non sempre vi siano testimoni oculari, superstiti, familiari e forze dell’ordine a riportare i dati di un incidente o di un naufragio».
Il 3 ottobre, però, si è registrata una piccola conquista per l’informazione italiana
In occasione della prima Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza è caduto l’embargo sugli Hotspot: una delegazione, composta da sette giornalisti, ha potuto visitare la struttura di Lampedusa per la prima volta da quando nel 2015 è divenuta operativa come centro per l’identificazione e lo smistamento di migranti e rifugiati.
Dopo gli accordi sanciti lo scorso luglio tra il Ministero dell’Interno, la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) e l’Associazione Carta di Roma è giunta la prima autorizzazione da quando i 4 Hotspot italiani – Lampedusa, Pozzallo, Taranto, Trapani – sono attivi.
La delegazione era composta da Vittorio Di Trapani per la Fnsi, Valerio Cataldi del Tg2, Angela Caponnetto di RaiNews24, Raffaella Daino di SkyTg24, Giorgio Ruta de la Repubblica, Carolina Casa del TG1, Daniela De Robert, giornalista e componente del collegio del Garante nazionale dei detenuti e delle persone private della libertà.