Se tuo fratello, figlio di tua madre, o tuo figlio o tua figlia, o tua moglie, che riposa sul tuo seno, o l’amico, che è come un altro te stesso, vorranno ingannarti in segreto, dicendo «Andiamo, serviamo altri dèi», tu non acconsentirai, non gli darai retta
Deuteronomio 13, 6. 8
Se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato
Galati 6, 1
Camminare guidati dallo Spirito Santo si traduce nella comunità cristiana in rapporti fraterni che superano la tolleranza e l’intolleranza. Non «vivi e lascia vivere» e nemmeno scomunica. L’apostolo esorta a un servizio di cura per il ristabilimento del prossimo, improntato alla mansuetudine ed anche prudenza nei riguardi di se stessi. A volte chi si occupa di aiutare in una crisi, riveste i panni dell’autocompiacimento e della condiscendenza come se il posto che occupa fosse stabilmente forte e giusto. Questo si traduce nell’arroganza di vedersi dalla parte del giusto pensiero, interpretazione o azione e stile di vita. L’apostolo invita a guardare al fratello solo per rialzarlo e a spostare lo sguardo su se stessi come compito simultaneo. In questo duplice atteggiamento Paolo traduce l’idea della pervasività della possibilità di caduta, di alienazione da Dio, da sé e dalla realtà che chiamiamo peccato. Non è rendere il prossimo diverso da me, come me, ma rimettere entrambi davanti alla consapevolezza dell’imperfezione umana e davanti a Dio. Se sei nella condizione di rialzare qualcuno è perché in quel momento non sei sopraffatto dal male, ma metti a frutto i doni dello Spirito Santo. Martin Lutero nel suo commentario ai Galati scrive: «Se dentro di noi c’è qualcosa, esso non è di nostra proprietà; è un dono di Dio. Ma se è tale, allora è un debito che si deve all’amore; cioè alla legge di Cristo. E se è un debito dovuto all’amore, allora con esso io ho il dovere di servire gli altri e non me stesso». Se ho cultura, ricchezza, potere, castità tutto appartiene al prossimo. Davanti a Dio significa intervenire in aiuto come se indossassimo panni di altri, ma anche davanti agli uomini, dobbiamo intervenire contro i loro denigratori e contro coloro che sono violenti nei loro confronti: perché questo è ciò che Cristo fece per noi.