Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono, gusterete cibi succulenti!
Isaia 55, 2
Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà
Giovanni 6, 27
Questa parola tratta dal profeta Isaia è tra le più importanti di tutta la Bibbia. Gli assetati sono invitati a venire alle acque, quelli che non hanno denaro sono invitati a venire e mangiare fino alla sazietà vino e latte. Poi si fa la domanda, perché spendete denaro per ciò che non sazia? Dobbiamo invece “ascoltare” l’invito divino, accogliere l’offerta della sua grazia e ubbidire alla sua parola. Il contesto di questo invito indica che in realtà Dio ci offre di entrare nel suo riposo, nella salvezza, nello shabbath, il tempo dedicato a Dio, il tempo riservato a entrare nella sfera del divino. La Genesi parla del settimo giorno come dell’immensa parentesi salvifica del Creatore. Dio ha aperto uno spazio e un tempo nella storia del suo creato in cui possiamo penetrare per incontrarlo.
Il riposo a cui siamo invitati non è il sabato o la domenica, il giorno settimanale in cui non facciamo “nulla”. Il sabato settimanale, mensile e delle feste solenni significava l’invito continuo a venire alla mensa della Parola divina, della sua grazia che nutre la nostra anima e il nostro corpo. Il riposo di Dio è molto di più del tempo dei giorni umani fugaci ed effimeri. Noi “lavoriamo” e spendiamo la nostra vita e tempo inseguendo illusioni e chimere, quello che non sazia, diventiamo così gli assetati e gli affamati che acquistano a caro prezzo cibi e bevande che infittiscono la nostra vera fame e sete di Dio. Dio ci invita a cessare questa vuota ricerca del nulla, di cessare i lavori e le fatiche umane per “ascoltare” Dio, accogliere il suo invito e saziarci dei veri cibi che nutrono la nostra fame del vero Dio e della vera umanità. L’invito ad ascoltare è l’invito a «riposare», a entrare nel vero shabbath, che è l’incontro con Dio. Gesù, nella sinagoga di Cafarnao, svelò agli ebrei e a noi, il significato profondo del riposo. Il riposo non consiste nel non fare, nell’astenersi dal fare, vi ricordate la frase di Gesù: «È lecito nel giorno di sabato di fare del bene ad un altro essere umano?». Questo è il vero riposo, la salvezza. Il Signore ci invita ad affiancare Dio nell’opera di portare la pace, il bene e la giustizia a tutta l’umanità. Venite voi tutti che siete assetati ed affamati e il Signore ci darà riposo. Quando l’invito che ci è rivolto – “venite” – trova in noi la risposta, allora incontriamo il Signore, e questo incontro è salvifico e definitivo.