Dai generosamente al tuo fratello bisognoso; e quando gli darai, non te ne dolga il cuore
Deuteronomio 15, 10
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è un mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà affatto il suo premio
Matteo 10, 42
Dare. Dare? E perché dobbiamo dare? Che cosa avremo in cambio del nostro dare?
Generosamente. Generosamente? Questo significa che quanto avremo in cambio varrà meno di quanto daremo?
Fratello bisognoso. Fratello bisognoso? Di chi stiamo parlando: forse di quelli che arrivano nelle nostre città e che dobbiamo mantenere con il nostro lavoro?
Quante volte sentiamo queste frasi. Quante volte certi pensieri sfiorano anche le nostre menti, quando ci sembra «ingiusto» dare a chi non ha nulla da restituirci, ormai insensibili come siamo al senso della parola «generosità». Abbiamo dimenticato che essere generosi significa aprire la mano che accoglie e dona, consapevoli che ciò che doniamo non ci appartiene. Lo abbiamo avuto, ricevuto, guadagnato con la fatica del lavoro, è vero, ma non ci appartiene. Il fratello bisognoso è l’immagine speculare della nostra, perché sotto la miseria dell’apparenza, straripa la sua forza di creatura. Creatura come noi tanto da poter dire che è nostro fratello, perché figli dello stesso Padre. Davanti a quell’immagine di povertà riscopriamo anche la nostra povertà di cuore che ci rende insensibili, spregevoli e a volte disumani. La povertà che chiede il nostro aiuto è propria dell’umanità e l’antico autore del Deuteronomio la sente forte anche nella società del suo tempo. Il suoi invito è forte, potente, straordinariamente efficace: «dai generosamente!». E per toglierci ogni dubbio su cosa significhi tale generosità, ci dice che quando diamo il nostro cuore non deve farci male. «Dare» deve essere non solo una «mano aperta», ma un «cuore aperto» che vive nella gioia per aver donato ad un fratello bisognoso. Un cuore che ha imparato a conoscere il bisogno, che non è solo quello economico, ma che tante, troppe volte, è bisogno di ascolto, di affetto, di vicinanza: un cuore che torna ad essere quello che Dio ci ha dato per amare. Amen!