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La discussione sinodale di martedì mattina è stata dedicata alla vita della chiesa, toccando trasversalmente questioni anche molto differenti tra loro, che ben rappresentano il variegato panorama delle chiese. Ma come si inseriscono i temi sinodali nel dibattito delle chiese locali?

Abbiamo riunito attorno al tavolo alcuni deputati e pastori delle chiese valdesi e metodiste in Sinodo, per cercare di offrire una panoramica delle loro realtà: Gorizia, Siena, Cerignola e Palermo.

«Siena ha una lunga storia di accoglienza – spiega Gabriella Rustici, deputata e presidente del consiglio di Chiesa – e lo testimoniano i documenti storici della comunità. Siamo presenti dal 1886 e da sempre siamo abituati a mettere in pratica l'Essere Chiesa Insieme, prima con l'immigrazione svizzera e tedesca e ora con la forte affluenza di persone dall'Africa, soprattutto dal Camerun. Il culto per noi è molto più dello stretto momento liturgico: per questo abbiamo ormai istituito un pre e un post culto in cui cogliamo l'occasione per parlare tra di noi e vivere un momento informale nella comunità».

Aggiunge la pastora Milena Martinat: «Siena si è dovuta sempre misurare con la variabilità dei propri membri di chiesa: non tanto come numero, ma con le situazioni che si inseriscono nel nucleo fondamentale della chiesa. In questi ultimi decenni l'accoglienza è stata rivolta in modo principale agli studenti universitari. L'accordo è attivo soprattutto con gli studenti universitari camerunesi: li accogliamo, dopo aver espletato le procedure per il visto con la questura, nel periodo dei test d'ingresso alle università, quindi prima che possano avere una sistemazione definitiva inserita nel loro percorso di studi. La nostra chiesa è molto vivace e dinamica, ricca di giovani. Ogni domenica ci sono fra i tre e i dieci bambini che frequentano il culto con le loro famiglie e che hanno un loro spazio in fondo al tempio. Abbiamo contatti con le istituzioni civili religiose e una partecipazione attiva all'interno del contesto sociale e culturale della città. Per quanto riguarda la nostra discussione interna, abbiamo approfondito molto il documento delle famiglie e le benedizioni della coppie omosessuali con le ragazze del catechismo. Durante il culto poi cogliamo l'occasione per passare delle piccole notizie delle decisioni sinodali per cercare di incuriosire i partecipanti».

Particolare è la storia della chiesa valdese di Cerignola, in provincia di Foggia. Ce la racconta la deputata Teresa Loconte: «La comunità evangelica valdese di Cerignola nasce nelle campagne pugliesi, attraverso il passaparola dei contadini. Mio nonno ad esempio comprò la Bibbia da un colportore e cominciò a leggerla, in modo autonomo. Poi, anno dopo anno, prese l'abitudine di leggerla anche agli altri braccianti che lavoravano con lui nelle campagne e da lì nacque la comunità, che ha festeggiato i suoi 150 anni qualche anno fa».

«Ci siamo riproposti di riprendere alcuni temi sinodali il prossimo autunno, alla ripresa delle attività – ci dice anche la diacona Nataly Plavan - Abbiamo in programma un ciclo di studi biblici e animazioni teologiche dedicati al documento sulle benedizioni omosessuali e sull'omosessualità, a partire dalla Bibbia arrivando alla nostra esperienza quotidiana. A giugno scorso abbiamo invece parlato in un momento pubblico del progetto di Mediterranean Hope».

«La componente ghanese è molto forte nella nostra comunità – ci racconta invece Queenster Doe Berdie, la deputata della chiesa valdese di Palermo e membro del concistoro – Compone circa la metà dei nostri membri di chiesa. Un buon proposito che ci siamo dati è rendere più multiculturale lo studio biblico, cercheremo di farlo nel prossimo anno».

Infine la presentazione della chiesa metodista di Gorizia ci viene fatta dal suo deputato Mario Colaianni: «Gorizia è una piccola chiesa, con una trentina di membri e le classiche attività, dal culto allo studio biblico. Abbiamo un gruppo ecumenico, che tiene i rapporti con la chiesa cattolica e cerchiamo di aprirci alla città offrendo conferenze, concerti, presentazioni di libri. Negli anni passati abbiamo parlato della Santa Cena dei bambini, del documento sulle famiglie e abbiamo anche affrontato un anno di vacanza pastorale: inizialmente eravamo molto timorosi, perché veniva a mancare la figura di riferimento del pastore ma riunendo le nostre forze, consapevoli del fatto che era una situazione temporanea, tutto sommato abbiamo superato l'anno senza problemi. Gorizia è unita nella cura pastorale con Udine, con cui ci sono occasioni di incontro e collaborazione: culti congiunti, agapi fraterne e momenti di condivisione».

Foto Pietro Romeo

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