La casa di Dio, luogo di preghiera e di incontro
21 luglio 2023
Un giorno una parola – commento a II Cronache 5, 13-14
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Mentre quelli che suonavano la tromba e quelli che cantavano, come un sol uomo, fecero udire all'unisono la voce per lodare e per celebrare il Signore, e alzarono la voce al suono delle trombe, dei cembali e degli altri strumenti musicali, per lodare il Signore «perché egli è buono, perché la sua bontà dura in eterno!», avvenne che la casa, la casa del Signore, fu riempita di una nuvola. I sacerdoti non poterono rimanervi per svolgere il loro servizio a causa della nuvola; poiché la gloria del Signore riempiva la casa di Dio
II Cronache 5, 13-14
La santa città, la nuova Gerusalemme, non ha bisogno di sole, né di luna che la illuminino, perché la gloria di Dio la illumina, e l’Agnello è la sua lampada
Apocalisse 21, 2; 23
Siamo nel contesto della dedicazione della “Casa di Dio” costruita da Salomone che è offerta a Dio perché ne prenda possesso. L’azione più importante che sarà compiuta in questo momento della narrazione è il trasferimento dell’Arca dell’Alleanza al luogo che sarà il Santo dei Santi, il luogo più sacro del Tempio. L’Arca costruita nel deserto, dopo la solenne proclamazione delle dieci parole e la stipula dell’Alleanza con Israele, aveva un doppio significato simbolico. Era anzitutto il segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo, allo stesso tempo era il segno della potenza e del giudizio divino sulle nazioni affondate nel peccato e nell’idolatria. L’Arca è introdotta mentre il popolo sacrifica, loda con ogni sorta di strumento musicale, adora e proclama la “bontà di Dio” che dura in eterno. Questa espressione di lode celebra la bontà divina manifestata nella creazione e nell’elezione di Israele come il suo popolo “per sempre”.
Il Tempio, la casa è offerta a Dio, essa non è degna perché opera umana, non può contenere la gloria e la magnificenza di Dio che sono infinite e senza misura, mentre la casa è di modeste proporzioni. Accetterà Dio questo dono e trasformerà questa casa costruita con le nostre mani in luogo della sua presenza dove Israele potrà contemplare e abitare all’ombra dell’Altissimo? Ecco un evento sconcertante, una nube penetra la casa e impedisce ai sacerdoti di completare la loro opera di dedicazione. La nube impedisce lo svolgimento del rito religioso compiuto dai sacerdoti. Ma la nube cela la presenza della “gloria di Dio”. Non grazie alle opere nostre e non per la mediazione sacerdotale, ma per pura grazia Dio prende possesso della casa; prima ancora che le azioni cultuali dei sacerdoti e la preghiera di Salomone di dedicazione abbiano completato i riti religiosi, Dio copre con la nube e penetra con la sua gloria la Casa che sarà per Israele luogo di preghiera e di incontro, di ascolto e dedicazione al suo Dio. Amen.