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Addio alla scuola di San Giovanni

A settembre non riaprirà per questioni di sicurezza

La disponibilità di posti nei plessi scolastici di Luserna San Giovanni (To) è per 1052 scolari; alle attuali condizioni anagrafiche, nel prossimo anno scolastico resteranno 549 posti non occupati. Il calo anagrafico lusernese, come negli altri paesi della zona, è stato negli ultimi decenni, enorme.
Contemporaneamente, tranne le scuole medie di via Manzoni, tutti gli edifici hanno fatto rilevare problematiche rispetto all’antisismica e anche ad altri aspetti.

Per questo negli ultimi anni sono stati effettuati, o sono in corso, importanti interventi strutturali. Ovunque, tranne sulla scuola di San Giovanni; costruita nei primi anni ’60, secondo il sindaco Duilio Canale che ha voluto presentare la situazione scolastica insieme all’assessore Enrico Delmirani e in base a varie relazioni tecniche, la scuola sarebbe praticamente da rifare.

Il Comune ha investito molto sugli altri plessi, già alcune classi della scuola di San Giovanni sono state trasferite alle medie: «Si aggiunga – spiega il sindaco – che il dirigente scolastico prof. Chiabrando di fronte alle relazioni tecniche negative sugli edifici ha annunciato che non avrebbe autorizzato il proseguimento dell’attività scolastica in quell’edificio ed ecco che la decisione è stata praticamente obbligata, tanto più di fronte all’abbondanza di posti nelle altre scuole».

Da settembre dunque la scuola di San Giovanni chiuderà i battenti: gli studenti delle elementari andranno nelle scuole medie, mentre quelli della materna nell’edificio di via Tegas su cui sono in corso considerevoli lavori di ristrutturazione che coinvolgeranno anche gli spazi esterni. Per favorire gli spostamenti degli studenti l’amministrazione confermerà il servizio di trasporto alunni, «anche se, essendo in fase di rinnovo dell’incarico – continua Canale – è prevedibile un forte aumento di costi a carico del Comune».

Sul futuro dell’edificio di San Giovanni le ipotesi, ancora da trasformare in progetto coinvolgendo vari soggetti, in primis genitori e famiglie, sono suggestive ma tutte da costruire. «Abbiamo pensato di realizzare qui un vero e proprio “polo pediatrico” – annuncia Enrico Delmirani –; l’idea è stata avanzata da alcuni genitori: si tratterebbe, come è già stato realizzato in altre parti d’Italia, di creare uno spazio per bambini da 0 a 6 anni, comprendendo dunque i più piccoli e quelli della materna. Si potrebbero coinvolgere i nidi privati della zona, magari dedicare spazi ad attività come la psicomotricità o anche creare luoghi di incontro per i genitori».

Un progetto questo, a lunga scadenza; gli ultimi mesi della tornata amministrativa saranno dedicati alla costruzione dell’ipotesi gestionale e di un progetto di recupero dell’immobile (secondo il sindaco occorreranno non meno di 700.000 euro, ndr). Poi sarà la volta della ricerca dei fondi.
Toccherà alla nuova amministrazione che si andrà a insediare dopo le elezioni di primavera 2024, continuare nella progettazione e realizzare l’intervento; oppure rinunciarvi.

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