
Migranti e rifugiati nei media
14 giugno 2023
L’ampia gamma di punti di vista in tema di migrazioni condiziona tutti gli aspetti della copertura mediatica
Un recente rapporto della Bbc (e pubblicato su The Guardian) – ricorda il sito dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (Wacc) – analizza l’ampia gamma di “punti di vista” in tema di migrazioni e quanto questi siano in grado di condizionare tutti gli aspetti della copertura mediatica, dedicata all’immigrazione […].
Negli ultimi anni e in diversi paesi l’aumentato livello di flussi migratori ha portato a una profonda polarizzazione in tema di narrazione pubblica del fenomeno. La disinformazione e la mitizzazione hanno preso piede, mentre la comunicazione reale (ossia quella basata sull’evidenza dei fatti e dei dati) ha avuto uno scarso impatto sull’opinione pubblica.
La Wacc in passato diffuse una ricerca, era il 2017, nella quale rilevava che: solo il 21% delle notizie erano effettivamente dedicate al tema asilo e migrazioni e che in quel 21% meno della metà citava espressamente i rifugiati, i migranti e le loro storie. Dunque, i rifugiati e i migranti erano «visti» solo come un fenomeno sociale complessivo legato allo spostamento. La ricerca della Wacc sottolineava poi l’importanza deontologica e etica di ogni singolo giornalista e dei codici professionali disponibili, ribadendo così la necessità di instaurare fiducia nel lettore e soprattutto tra i gruppi di rifugiati: dando voce alle diversità, alle pluralità e alle esperienze e alle competenze degli stessi […].
«Dato il numero crescente di disastri umanitari nel mondo e il crescente impatto dei cambiamenti climatici (fattori scatenanti di migrazioni), sempre più persone saranno in movimento». Dunque, ricorda ancora la Wacc, «Rapporti e rappresentazioni equilibrate saranno sempre più cruciali per la stabilità sociale e per un processo decisionale imparziale. Con un’attenzione particolare ai fenomeni discriminatori, agli atteggiamenti razzisti e alle narrazioni dedicate al tema del colonialismo».