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La mano di Dio è pronta a salvarci

Un giorno una parola – commento a Isaia 50, 2

È la mia mano davvero troppo corta per redimere, oppure non ho la forza di poter salvare?
Isaia 50, 2

Ed ecco un lebbroso, avvicinatosi, gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi purificarmi»
Matteo 8, 2


Il mondo ci sembra diventato ad un tempo troppo grande e troppo stretto.

Sentiamo di vivere in un momento di nuove opportunità, che difficilmente riusciamo a cogliere, e che a volte celano un fondo di minaccia, e di continue ombre che si addensano le une sulle altre. Innovazioni tecnologiche e scientifiche, progressi medici, cambiamenti di vita, ma anche un mondo che gira sempre più velocemente su se stesso, generando attese che non si realizzano, frustrazione e marginalità. I vecchi problemi sembrano sempre vicini a una soluzione, che però si allontana sempre più. Le grandi nuove risorse offerte dalla scienza non sempre vengono capite, e a volte sono scambiate per minacce. Guerra, violenza, morte e malattie continuano a tenerci compagnia, dopo che ci eravamo illusi sul loro congedo. Alle ansie che hanno sperimentato le generazioni passate si aggiunge quella legata alle condizioni ambientali. Stiamo distruggendo non il pianeta, ma il nostro mondo, l’ecosistema a cui siamo legati. Strana forma di adattamento ambientale!

A me pare che, in quest’ultimo caso, sia anche l’ansia crescente di non saper trovare «la ricetta giusta» ad aggravare il problema, rendendo più faticoso attuare le mille piccole cose possibili e utili. Molti piccoli comportamenti quotidiani distruttivi per l’ambiente, che più o meno tutti adottiamo senza quasi rendercene conto, sono figli della mancanza di speranza nel futuro, della convinzione di non poterci fare nulla, di non saper fare nulla.
Il Deuteroisaia è un inno alla speranza, alla consolazione da parte di Dio. Recuperiamo la speranza, l’idea di poter fare qualcosa, non perché noi siamo efficaci, ma perché ci sostiene un’efficacia più grande.

Arrendiamoci all’idea che la mano di Dio non è troppo corta per redimere, e torniamo ad aver la speranza e l’ostinazione di fare quello che serve.

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