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Rifugiati nelle mani di Dio

Un giorno una parola – commento al Salmo 31, 8

Tu m’hai messo i piedi in luogo favorevole
Salmo 31, 8

Egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati
Efesini 1, 18


Sono cresciuta imparando dei versetti biblici a memoria per la domenica quando andavo alla Scuola Domenicale; mi scocciava un po’ imparare ogni domenica uno o più versetti ma oggi ringrazio le monitrici che mi hanno spinto a farlo. Nei diversi momenti della vita questi versetti vengono in mio soccorso, mi portano pace, serenità, beh a volte mi interrogano pure e mi mettono in discussione, mi spingono a volte in strade che non vorrei percorrere, altre aprono i miei occhi e le mie mani per essere afferrate e afferrare, ricevere calore e donare calore, e per dare consolazione.

Tu hai messo i miei piedi in un luogo favorevole, in un posto sicuro, libero, aperto. Come non richiamare questo versetto quando davanti agli occhi hai i tanti rifugiati che ogni giorno cercano un luogo sicuro in cui non vi sono le catene che li hanno privati della libertà, della vita, che cercano una pianura aperta, sicura dove finalmente poter respirare. Uomini e donne che desiderano poggiare i loro piedi su una pianura sicura, senza doversi preoccupare di mettere un piede su una mina, o di veder sprofondare la barca sulla quale poggiano i loro piedi prima ancora di poter toccare terra.

Il credente, la credente, anche se in modi diversi, è un rifugiato, rifugiato in Dio. I credenti non sono supereroi, ma rifugiati che non si affidano al potere e al potente, ma a Dio, e Dio è colui che ha scelto di illuminare coloro che sono nell’ombra, coloro che non contano nulla, gli ultimi di questo nostro mondo, che invece cerca il potere, il denaro, la forza. Dio ci accoglie e ci porta in una pianura sconfinata, libera e aperta, e spinge le nostre mani, le apre per afferrare i tanti, le troppe rifugiate che cercano un luogo favorevole dove porre i loro piedi.

Rifugiati nelle mani di Dio, siamo al sicuro, e gioiamo, e siamo chiamati e chiamate ad essere le mani e le braccia di Dio, forti, potenti distese per afferrare le tante mani e braccia protese in cerca di rifugio, per porre al sicuro e portare gioia, per essere braccia accoglienti in una terra che spesso accogliente non è.

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