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Anche le chiese battiste e valdesi al porto di Catania in solidarietà con le persone migranti

Giornate di proteste contro gli «sbarchi selettivi» imposti dal governo italiano. In serata sbarcate le persone stremate da due navi

La situazione delle navi Ong bloccate nel porto di Catania oggi ha avuto un’ evoluzione con la discesa delle persone a bordo di due navi, la Geo Barents (212 persone in un primo tempo trattenuti a bordo perché considerati «non fragili») e la Humanity1 (con il suo carico di 35 persone lasciate a bordo per lo stesso motivo, mentre una terza imbarcazione la Ocean Viking è in viaggio verso Marsiglia), anche se non vanno dimenticate le sofferenze inflitte e i termini usati: «Sbarchi selettivi» «Carico residuo» per descrivere le persone a cui è stato impedito di mettere piede a terra. «Selettivi» è un’espressione orribile perché implica arbitrarietà di giudizio e violazione dei diritti delle persone, e ricorda le selezioni di stampo nazifascista che venivano operate per inviare le persone selezionate ai campi di concentramento e ai forni crematori. «Carico residuo» non può essere usato per persone, forse per mercanzia.

A Catania, l’aver selezionato i passeggeri della Humanity1 e della Geo Barents sembrerebbe una azione giustificata dal fatto che non si vogliono far sbarcare tutte le persone raccolte in mare dalle Ong, ma è una pratica orribile perché attuata in violazione delle leggi del mare e dei trattati sottoscritti dal nostro Paese, che per questo hanno dignità costituzionale; è una violazione dei diritti delle persone a cui viene impedito di esprimere la propria volontà di richiesta di asilo e perché è attuata senza il minimo di garanzia medica, legale, psicologica. Intanto non vengono forniti mediatori culturali e linguistici che possano raccogliere compiutamente la volontà dei singoli, così come previsto dalle leggi, lo screening medico è attuato “a volo d’uccello”, circa un minuto a persona, senza un vero esame dei casi trattati, specialmente sotto il profilo psicologico, visto che si tratta di persone reduci da torture e ansie di non poco conto. Il tutto diventa un’operazione di facciata, che verrà certamente ripetuta alle prossime occasioni, attuata a danno delle persone e delle Ong per uno scopo politico non tanto nascosto, cioè mostrare i muscoli al proprio elettorato e ingaggiare una battaglia contro i nostri partner europei. Non vogliamo pensare che vogliano «spezzare le reni» a chi ci potrà aiutare sotto molteplici aspetti.

Sia gli aspetti umanitari che quelli politici sono ben presenti alle centinaia di manifestanti che si sono alternati al porto di Catania. Tra questi non mancava una rappresentanza delle chiese battista e valdese, con in prima linea la pastora accompagnata da alcuni fratelli e sorelle di chiesa. Presente è stata pure la componente dell’Associazione Restiamo umani, della Rete antirazzista, della comunità S. Egidio, dell’Arci, di Memoria e futuro. Spiccava la presenza di Pierpaolo Montalto, segretario provinciale di SI (Sinistra Italiana), dei parlamentari Angelo Bonelli dei Verdi e Aboubakar Soumahoro di SI. Non sono mancati gli annunci di iniziative giudiziarie presso il Tar del Lazio, la Commissione territoriale per i migranti e il tribunale di Catania. 

L’arcivescovo di Catania ha mostrato solidarietà dichiarandosi disposto a ospitare migranti, così come la chiesa battista e quella valdese hanno offerto indumenti caldi per tutte le persone lasciate a bordo. Più in là la Diaconia valdese sarà interessata per un’opera umanitaria. In città, specialmente tra i più giovani, aumenta la sensibilizzazione e gli studenti e le studentesse hanno occupato brevemente il loro liceo classico Cutelli in solidarietà e denuncia di tutto ciò che ruota attorno ai migranti e alle posizioni del governo. Il capitano della Humanity1, Joachim Ebeling, ha espresso gratitudine a tutti i manifestanti, anche a nome dei migranti.

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