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Scioperare in piazza e (provare a) salvare il pianeta

Torna lo sciopero globale per il clima. Ne parliamo con un’attivista di Fridays For Future

Venerdì 23 settembre è la data dello sciopero globale per il clima. Si tratta di un evento ricorrente che ruota attorno al movimento Fridays For Future, nato nel 2018 quando la giovane attivista Greta Thunberg decise di manifestare ogni venerdì di fronte al parlamento svedese. Col tempo si unirono altri studenti, portando all’espansione del movimento in tutto il mondo e a vaste manifestazioni di piazza che misero il contrasto alla crisi climatica al centro delle proteste.

Gli scioperi globali sono momenti in cui le istanze degli attivisti per il clima vengono concentrate e sottolineate con maggiore forza; soprattutto, sono coordinate, come dice il nome, a livello internazionale. Per l’Italia questo sciopero cade in una settimana insolita: quella delle elezioni legislative. Non era una vicinanza prevista (la data del voto è stata scelta successivamente) ma ha fatto sì che emergesse in maniera evidente la distanza trasversale delle forze politiche del paese dall’urgenza della crisi climatica.

Ne abbiamo parlato con l’attivista Marta Maroglio in un’intervista su Play, programma di informazione di RBE. Ci ha raccontato le istanze fondamentali del movimento, votato ad una transizione energetica drastica ma oculata, in modo da non generare crisi sociali e lavorative sul suo passaggio. Inoltre, ci ha spiegato il perché dell’invito a partecipare allo sciopero agli agricoltori, colpiti gravemente dalla pesante siccità in corso.

Sono molte le città e i comuni italiani che ospitano manifestazioni di vario tipo, oltre, chiaramente, a quelle del resto del mondo.

Puoi ascoltare l’intervista qui.