Consiglio ecumenico delle chiese: appello per rafforzare ed estendere i corridoi umanitari
08 settembre 2022
In corso in queste ore la discussione sulla dichiarazione "Guerra in Ucraina, pace e giustizia nella regione europea". Il riferimento ai passaggi sicuri e al Mediterraneo nel testo che i delegati stanno vagliando per l'approvazione
«Chiediamo alle Chiese e agli Stati di rafforzare ed estendere progetti per passaggi sicuri come le iniziative dei “corridoi umanitari” e di ricerca e soccorso nel Mediterraneo»*. E’ questo uno dei passaggi del testo che si sta discutendo in queste ore a Karlsruhe dall’Assemblea generale del Consiglio ecumenico delle chiese, un documento pubblico – uno statement, cioè dichiarazione – su “Guerra in Ucraina, pace e giustizia nella regione europea” ancora suscettibile di emendamenti ma che dovrebbe essere approvato e divulgato nelle prossime ore.
I corridoi umanitari sono un progetto realizzato dalla Federazione delle chiese in Italia, con la Tavola valdese e la Diaconia valdese, con il contributo dell’Otto per mille valdese, dal 2016, che è stato esportato poi in altri Paesi europei come Francia e Andorra. Grazie a questa iniziativa sono arrivate in Europa in sicurezza e dignità alcune migliaia di persone, dalla Siria via Libano, dalla Libia e – in un primo volo a fine luglio – anche dall’Afghanistan.
«Se fosse confermata la dichiarazione, dichiara il pastore valdese Luca Baratto, osservatore a Karlsruhe, sarebbe un segnale importante e un riconoscimento anche del lavoro fatto dalle nostre chiese, dalla Federazione delle chiese protestanti in Italia, fautrici di questo virtuoso modello di accoglienza delle persone migranti».
Nel testo, inoltre, un forte impegno contro la marginalizzazione, la stigmatizzazione, la discriminazione, e un’affermazione della «dignità di tutti i rifugiati e i migranti».
* in inglese, il testo originale: “We call on churches and states to strengthen and extend projects for safe passage like the “humanitarian corridor” initiatives and search-and-rescue services in the Mediterranean”.