Massello. Ritrovare l’armonia
09 giugno 2022
In distribuzione il numero di giugno del mensile free press "L'Eco delle valli valdesi", dedicato ai due piccoli Comuni montani di Salza di Pinerolo e Massello. Oggi vi proponiamo l'intervista al sindaco di Massello
Se si scorre l’elenco dei meno popolosi comuni Italiani, Massello occupa una posizione di alta classifica: con 57 abitanti infatti è il tredicesimo comune meno popoloso d’Italia (in vetta alla classifica Morterone, in provincia di Lecco con 32 abitanti). Massello ha vissuto un calo costante e inesorabile: da più di 800 residenti secondo il primo censimento italiano del 1861, la popolazione si è dimezzata fra le due guerre mondiali per poi subire un ulteriore crollo dopo gli anni ’50 e arrivare ai 57 odierni.
Un dato da cui partire con la chiacchierata con Enrico Boetto, il giovane sindaco (47 anni) del piccolo comune nella val Germanasca di Massello: dato che può essere letto da diversi punti di vista. La domanda che sorge spontanea è se abbia ancora senso o meno tenere in vita delle realtà amministrative così piccole (ma vitali, nelle elezioni per il primo cittadino di ottobre 2021 erano ben tre le liste presenti). «Il territorio comunale di Massello è vasto, circa 3800 ettari, ed è di difficile gestione trovandosi in alta montagna. Questo è uno dei tanti motivi che mi fa dire che l’ente comunale sia necessario. Inoltre è l’ultimo baluardo per i residenti che ancora ci sono e non è un costo come molti si immaginano: l’amministrazione infatti lavora a titolo volontario. L’eventuale unione con altri enti secondo me non porterebbe vantaggi: ci sono molti esempi di unioni e fusioni a più livelli che non funzionano come ci si sarebbe aspettati. Questo non vuol dire che non collaboriamo con altri Comuni vicini, anzi! Abbiamo infatti creato una rete di collegamento per sostenerci vicendevolmente, il tutto a costo zero».
Nonostante siate molto piccoli, il comune di Massello non ha problemi economici e ha anche qualche piccola risorsa per alcuni interventi. «Devo dare il merito al mio predecessore Willy Micol che ha saputo gestire al meglio il municipio, appianando una situazione difficile e gestendo in modo “tradizionale” riuscendo anche ad accantonare qualcosa per i lavori necessari. Ogni anno investiamo circa 75.000 euro nei piani di manutenzione ordinaria e in questi primi mesi da sindaco sono invece riuscito a far partire degli interventi per 200.000 euro. Lavorando in un piccolo Comune è più facile riuscire a cantierizzare delle opere, ma bisogna essere presenti sul territorio e viverlo; si è sindaci 24 ore su 24».
Un aspetto che ha portato Massello spesso sui media è il rischio di rimanere isolato nel caso di eventi calamitosi quali grandi piogge e o nevicate importanti che possono bloccare la strada di accesso, tortuosa e incassata nel fondo di un impervio vallone. Proprio negli ultimi mesi il cedimento di un muro di sostegno ha nuovamente isolato l’alta valle. «Il problema era sul territorio di Massello ma devo dire che la Città metropolitana di Torino è intervenuta rapidamente e in modo professionale, ascoltando anche le nostre esigenze, ed è riuscita in tempi brevi a riaprire la circolazione. Ancora in questi giorni ci sono operai al lavoro per il completamento dell’opera».
Da anni si lavora e si cercano fondi per la sistemazione della strada del colletto di Fontane che offre una soluzione alternativa per Salza di Pinerolo e Massello in caso di interruzione dell’asse viario principale e che dovrebbe essere realizzata in tempi brevi. Ma quali sono i sogni nel cassetto del sindaco Boetto? «Il primo è quello di vedere tutti i comuni della val Germanasca andare nella stessa direzione per quel che riguarda la promozione del territorio. Non che oggi non si lavori in questa direzione ma sono sicuro che se si unissero maggiormente le forze i risultati stupirebbero, in senso positivo, tutti. La strada intrapresa è quella giusta, ci vorrà del tempo. Il secondo è invece un qualcosa di meno tangibile ma altrettanto importante. Massello nel corso degli ultimi decenni ha vissuto una profonda lacerazione nel tessuto sociale con la creazione di due “parti”. Il tutto è nato con la questione della foresteria e dell’azienda faunistico venatoria. Oggi penso che si debba provare a guardare oltre, per il bene di Massello, anche se non è affatto semplice, ma è necessaria una maggiore armonia».