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Destinatari di una grazia immeritata

Un giorno una parola – commento a I Pietro 1, 8-9

 «Il Signore è la mia parte», io dico, «perciò spererò in lui»
Lamentazioni 3, 24

Benché non l'abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime. Intorno a questa salvezza indagarono e fecero ricerche i profeti, che profetizzarono sulla grazia a voi destinata 
I Pietro 1, 8-9

Le indagini e le ricerche dei profeti citate nel versetto di oggi tratto dalla prima lettera di Pietro ci confermano come il disegno della salvezza in Cristo venga da molto lontano… D’altronde la Parola che orienta le nostre vite è quella di un Dio fedele a se stesso.

Quello stesso Dio incarnato in Gesù dichiara: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» (Gv 20, 29).  Questa condizione di beatitudine ci appartiene e deve riempirci di gioia, in quanto siamo stati fatti destinatari di una immeritata grazia.

Quasi di riflesso, risuona nella mente la voce dell’apostolo Paolo: “Rallegratevi sempre nel Signore. Ripetorallegratevi” (Filippesi 4, 4).

Questo invito sembra essere una stonatura in questi tempi critici, bui, ma questi sono anche tempi in cui la parola di Dio si conferma come fonte di consolazione e di speranza in questo esilio fatto di incertezze, frustrazioni, scoraggiamenti.

Parafrasando Luca 21, 28, leviamo il capo, perché la nostra salvezza è vicina! Per chi avrà creduto, questo lutto sarà mutato in gioia (cfr. Geremia 31,13), e mai come in questo tempo il mistero del Natale che si avvicina diventa portatore di letizia, e annuncia all’umanità che nulla è perduto, anzi, che la vittoria di Dio è vicina, molto più di quanto immaginiamo… e allora: Buon Natale sia!

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