L’eco di un mondo nuovo
28 ottobre 2021
Il Servizio cristiano di Riesi 60 anni dopo: l’agape continua a risuonare e coinvolgere
A sessant’anni hai sufficiente esperienza per capire che cosa sei riuscito a realizzare e che cosa ti puoi ancora aspettare. Per Riesi, nel cuore della Sicilia – ha rilevato il sindaco Salvatore Chiantia – è giunta l’ora di esprimere riconoscenza per il prezioso contributo che il Servizio cristiano ha suscitato nella cittadina siciliana. Non c’è Riesi senza Sc (e viceversa). La loro relazione continua a esprimersi attraverso coloro che, in questi decenni, ne hanno frequentato le scuole e partecipato alle tante iniziative culturali, sociali e sanitarie. Causa Covid e il ciclone africano che si è abbattuto sulla Sicilia nei giorni dei festeggiamenti (23-25 ottobre) il numero dei partecipanti è stato contenuto. Una cinquantina di persone erano comunque presenti ai vari momenti di riflessione e discussione. I numeri sono ulteriormente saliti per il culto di chiusura di domenica insieme alla chiesa valdese riesina. Attraversare l’architettura di Leonardo Ricci che «fa comunità» emoziona, così come emoziona ripensare alla predicazione di Tullio Vinay riletta alla luce della parola giovannea scelta per queste tre giornate: «… non amiamo a parole ma con i fatti e in verità» (I Giovanni 3,18).
Qual è stata, come direttore, la vostra esperienza al Sc? Che futuro immaginate per il Sc? Al quesito hanno risposto, attraverso un breve e simpatico filmato i precedenti direttori (dal sottoscritto a Erika Tomassone a Eliana Briante). L’attuale direttore Gianluca Fiusco, siciliano di Trapani, che da quasi quindici anni vive e opera qui, risponde elencando i nomi degli attuali collaboratori fissi (26) e dei giovani volontari (7) che spendono qui almeno un anno d’esperienza lavorativa. Oggi tocca a questa comunità (in parte residenziale) portare avanti sul campo un’opera sociale, culturale, spirituale che non ha cambiato il programma del 1961: rendere un servizio nel nome di Cristo. Il futuro parte da questa soglia. Offrendo uno spazio anche a chi non crede o crede diversamente. Era già così all’inizio di questa straordinaria avventura. I due principali ispiratori vivevano una loro diversa composizione. Leonardo Ricci colse le urgenze sociali di quel tempo, che restano attuali: la terra, l’emarginazione, le diseguaglianze atroci. La sua architettura organica esprimeva il desiderio di un mondo nuovo. La predicazione di Vinay lo indicava. La storia di questi primi sessant’anni è ben documentata nel Museo interno al villaggio, visitato spesso da scolaresche, turisti, curiosi. Non è un caso che si sia deciso di ripubblicare il testo di Giò e Tullio Vinay «Giorni a Riesi», con aggiornamenti. Non si può affrontare il futuro ignorando il passato.
Siamo stati invitati a una camminata dal Monte degli ulivi a Riesi ripercorrendone luoghi significativi delle attività del Sc. La differenza rispetto a sessant’anni fa è che oggi il villaggio è parte della città. La provocazione iniziale, profetica è diventata, col tempo, proposta consolidata. Come l’ultima, in ordine di tempo, che ha visto il Sc partecipare al bando comunale (andato deserto più volte) per l’assegnazione di una casa confiscata alla mafia. Un gesto che la dice lunga sulla chiara (e coraggiosa) volontà di cittadinanza e di giustizia. La nuova struttura chiamata «Civico-civico» è un solido edificio, posto all’incrocio di strade interne cittadine, aperto alla cittadinanza, prevalentemente frequentato da bambini e bambine. La conquista di nuovi spazi di socialità testimonia (senza cancellarne la storia) che cambiare si può. L’altra attività che abbiamo visitato interloquendo con chi ci lavora, è il nuovo Centro per la disabilità dotato di ambulatori e di una piscina per le terapie in acqua. Le richieste del territorio (da Mazzarino a Gela) nei confronti di questo nuovo centro sanitario sono numerose. Le attività del Sc possono essere conosciute visitandone il sito sempre aggiornato (serviziocristiano.org).
In questi ultimi anni il Sc è ulteriormente cresciuto nei suoi vari settori d’attività: agricoltura biologica, ospitalità, istruzione (materna ed elementare), nuovi servizi socio sanitari, proposte culturali ed educative in un’area geografica mortificata dall’evasione scolastica, l’emigrazione, la marginalità. Il pastore Till Huettenberger del gruppo di amici tedeschi del Sc nella riflessione biblica mattutina ci ha ricordato come l’amore di Dio, l’agape, abbia bisogno di visibilità, di prendere forma nell’impegno per la giustizia e la verità. Particolarmente partecipato il culto conclusivo con la predicazione della moderatora della Tavola valdese, Alessandra Trotta che, rivolgendosi particolarmente ai bambini e bambine delle scuole e alle loro famiglie, ha ripercorso la vicenda di Gesù dodicenne che sfugge al controllo dei genitori (Luca 2,41-49). La riflessione ci ha condotto su tre diversi terreni: l’umiltà (bisogna studiare, prepararsi, come fa l’adolescente Gesù nel Tempio); la libertà (l’amore che ti fa crescere nella libertà responsabile capace di saper cambiare per non tradire il mandato originario); la novità (Gesù rivendica una nuova scelta di vita). Aprirsi al nuovo dimorando saldamente nell’amore di Dio. È dunque questa la sfida che occorre, una volta di più, raccogliere al Sud come al Nord. Prepararsi a una nuova fase. I messaggi augurali di saluto, giunti anche da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dei comitati e dei tanti amici e amiche all’estero, ci hanno permesso di scoprire come l’eco dell’annuncio evangelico lanciato, nel lontano 1961, da una lontana provincia meridionale, continui a risuonare coinvolgendo uomini e donne del nostro tempo che qui, insieme, si mettono in gioco. Testimoniando dell’agape nella società siciliana che sorprende, destabilizza, affascina.
Foto di Marta Cosentino