La nave ResQ salva 166 vite nella sua prima missione
19 agosto 2021
10 giorni in mare per la nave della Ong italiana: soccorsi molti minori e molte donne
Il 7 agosto la partenza dal porto spagnolo di Burriana per la nave ResQ, con 20 componenti di equipaggio provenienti da sei differenti Paesi; il 13 agosto, in concomitanza con la morte di Gino Strada, il fondatore di Emrgency, è giunto il primo salvataggio di 84 persone, ed assume un carattere simbolico di continuità la presenza a bordo della figlia di Gino, Cecilia.
Il giorno di Ferragosto la nave creata e sostenuta dalla società civile grazie alle donazioni di migliaia di persone e organizzazioni (ricordiamo i centomila euro donati dall’Unione buddista italiana) ha effettuato ben tre distinti interventi, portando a bordo altre 82 persone, con molte donne e bambini. In contemporanea è stata fatta richiesta alle autorità italiane di un posto di approdo sicuro e si è alzato forte l’appello dell’ex magistrato Gherardo Colombo e del giornalista Luciano Scalettari, rispettivamente presidente onorario e presidente di ResQ, affinché venisse indicato subito un porto sicuro per la nave, senza indugi e senza ritardi. Infine, dopo oltre due giorni di attesa è giunta l’autorizzazione allo sbarco al porto siciliano di Augusta, dove la ResQ è giunta ieri mattina 18 agosto con il suo carico umano di 166 vite salvate, moltissimi minori non accompagnati, un neonato di pochi mesi, e tante, troppe, storie di drammi e torture.
Nei primi 10 giorni in mare molti sono stati anche gli avvistamenti di barche vuote alla deriva, e numerosi le operazioni poco chiare compiute dalla Guardia costiera libica e segnalate alle autorità competenti da parte dell’equipaggio.
Troppo poche rimangono le navi di soccorso nel Mediterraneo.
«Gino è stato una grande figura nell’ambito dell’aiuto umanitario e ha fatto cambiare molte cose grazie ad Emergency e tutto quello che ha fatto – ha commentato Luciano Scalettari in una nota- Ha sempre sostenuto concretamente che non c’è essere umano preferito ad un altro, e l’ha dimostrato con i fatti. È stato un grande pacifista, ha sempre curato i feriti e condannato le guerre.
Noi di ResQ abbiamo l’onore di avere tra di noi la figlia Cecilia Strada, che in questo momento non può essere lì affianco a lui perché si trova in mezzo al mare a salvare le persone come suo padre e sua madre hanno sempre fatto.
La scomparsa di Gino Strada coincide con il primo salvataggio di 85 persone. Come ResQ dedichiamo a lui queste 85 vite umane, che porteremo in un luogo sicuro».
Foto da pagina Facebook di resQ