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Dio è il nostro rifugio

Un giorno una parola – commento a Salmo 142, 5

Io dico: «Tu sei il mio rifugio, la mia parte nella terra dei viventi»
Salmo 142, 5

Gesù disse: «Ora, Egli non è Dio di morti, ma di vivi; perché per lui tutti vivono»
Luca 20, 38

Al Salmo 142 è stato posto un titolo in due parti: cantico e preghiera. Infatti, i Salmi ci mostrano che è possibile formulare preghiere in forma di cantico, di lode, di invocazione o di confessione di fede. Il v. 5, con la parola “rifugio”, in linea col testo del salmo, ci suggerisce una confessione di fiducia formulata da chi sa di essere in pericolo, ma trova protezione in Dio. Nel pericolo ci si può abbandonare allo sconforto, ma si può trovare forza elevando lo sguardo a Dio. Questo salmo, come molti altri, è un modello e una guida per rafforzare la nostra fiducia in Dio, anche nei momenti o tempi in cui sperimentiamo pericolo e abbandono.

Il Salmista riconosce Dio come suo rifugio, non già in un aldilà imprecisato, bensì come una protezione qui ed ora, “sulla terra dei viventi”, di fronte ai suoi contemporanei, persino di fronte ai suoi nemici. In Dio egli sa di essere difeso dai pericoli per la sua vita, ma anche da chi vuole il suo male per annientarlo del tutto.

Alcuni studiosi hanno visto nei nemici di cui si parla nei salmi non soltanto persone in armi, ma anche malattie che fanno soffrire e mettono a rischio la vita, oppure addirittura i peccati propri del salmista, che tentano di distruggere l’integrità della persona, facendola sentire estraniata da Dio, sola, abbandonata, senza conforto né rifugio. Dunque, le situazioni di pericolo possono essere molteplici, ma nell’alzare lo sguardo verso Dio è sempre possibile trovare rifugio e conforto, guarigione e vita nuova sapendo che Dio è più forte dei nostri nemici, qualsiasi forma essi assumono. “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” (Rom. 8, 31), ecco l’apostolo Paolo che qui riprende “per noi” la confessione di fiducia del salmista.

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