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«Sorpresa e preoccupazione per l’iniziativa vaticana»

Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia: «Insegnare è una cosa, istigare alla discriminazione tutt’altra»

«Ci sorprende e ci preoccupa l’iniziativa della Segreteria di Stato vaticana che, tramite l’Ambasciata italiana presso la santa Sede, avrebbe formalmente chiesto una revisione del Ddl Zan in materia di omotransfobia perché il testo all’esame del Senato violerebbe “l’accordo di revisione del Concordato”». Lo afferma il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

«Come evangelici italiani – prosegue il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – esprimiamo la nostra ferma critica a questa iniziativa che si configura come una vera e propria interferenza del Vaticano nei confronti della libera determinazione del Parlamento italiano e costituisce essa stessa una violazione dell’articolo 7 della Costituzione che sancisce che Stato e Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani».

Per il presidente Fcei, «il Ddl Zan non limita in alcun modo la possibilità della Chiesa cattolica o di altri soggetti di impartire liberamente il proprio insegnamento morale ma si limita a punire chi propaganda ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità. La norma, difatti, non limita né sanziona un insegnamento, un precetto o un’idea ma la propaganda o l’istigazione di un atto di discriminazione. Si tratta di una distinzione essenziale e per questo, con la massima fraternità ecumenica, ci permettiamo di invitare i vertici vaticani a considerare questa norma con uno spirito protettivo e amorevole nei confronti delle vittime di discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale o sulle disabilità».

«Per parte nostra sentiamo di dover esprimere il nostro pieno sostegno pastorale e umano a quanti, per il loro orientamento sessuale o per le loro disabilità, ogni giorno subiscono attacchi, derisioni e violenze. Auspichiamo che il Parlamento, nello spirito laico che deve orientarlo – conclude il presidente Negro – valuti con senso di responsabilità e discernimento il testo in discussione e deliberi con l’urgenza imposta dalla gravità del tema».

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