Zaki, altri 45 giorni di carcere: un crudele accanimento
02 marzo 2021
Noury: «Dire “aspettiamo la prossima udienza e speriamo bene” non è più possibile»
Il vaso è ormai scoperto: le autorità giudiziarie egiziane stanno giocando con i sentimenti e con la vita stessa di Patrick Zaki. Vogliono prolungare fino al massimo consentito la detenzione senza processo, far passare a Patrick un altro anno in carcere.
Quest’accanimento è sempre più crudele e la strategia dei giudici egiziani è palesemente quella di creare false aspettative. La volta scorsa, un’udienza a ridosso dell’anniversario dell’arresto aveva fatto sperare che 12 mesi di detenzione arbitraria, illegale e senza possibilità di difendersi avrebbero potuto bastare.
Questa volta, un’udienza fissata in anticipo rispetto alla scadenza dei 45 giorni disposti a inizio febbraio, col padre di Patrick ricoverato in ospedale, avevano fatto credere in un gesto, se non di giustizia, almeno di umanità.
La risposta delle autorità egiziane è stata chiara: «altri 45 giorni di carcere». Che ora devono essere riempiti, da parte del governo e delle altre istituzioni italiane, di azioni serie e concrete nei confronti del governo del Cairo. Dire «aspettiamo la prossima udienza e speriamo bene» non è più possibile.
*L’articolo di Riccardo Noury (portavoce di Amnesty Italia) è stato pubblicato sul sito Artcicolo21.info