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18 febbraio 2021
Un giorno una parola – commento a Luca 19, 5
Ti prego, mio Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo!
Genesi 18, 3
Gesù disse a Zaccheo: «Oggi debbo fermarmi a casa tua»
Luca 19, 5
In Gerico quello era un giorno particolare: le strade pullulavano di persone perché doveva passare lui, Gesù di Nazareth. Per Zaccheo, poi, quello sarà un giorno indimenticabile, e lui proprio non se l’aspettava: lui, il pubblicano reietto, lo sbeffeggiato per la sua bassa statura, il detestato da tutti perché venduto al nemico, ospiterà a casa il Maestro. E sì che non se l’aspettava una cosa del genere… A lui sarebbe bastato vedere Gesù da lontano, goffamente appollaiato su un albero e sarebbe stato contento; ma Gesù scorge quel novello Adamo vestito di foglie e si autoinvita a casa sua. I benpensanti non tardarono nei loro mormori: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!», ma Gesù non smetterà mai di sorprenderci e lasciarci nello stupore. Egli ascolta una preghiera mai innalzata, sì, perché, Zaccheo, come racconta Luca, “voleva vedere” e mai avrebbe immaginato un risvolto del genere: Zaccheo si nascose per vedere, ma fu visto. Gesù aveva capito che quello di Zaccheo non era un vedere fatto di curiosità, ma presupponeva una ricerca e Gesù, a mo’ di perla di valore (v. Mt 13, 45s), si lascia trovare.
Ecco il mondo alla rovescia, ecco il regno di Dio, quel regno in cui pubblicani e prostitute precederanno i perbenisti ricchi del proprio orgoglio, tronfi della loro effimera potenza terrena che, come loro prassi, si permisero, anche in quel frangente, di giudicare l’operato del Signore, che non finirà mai di stupirci e che vuole donarci un qualcosa ben al di sopra delle nostre richieste: se stesso.