L'Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne e il 25 novembre
24 novembre 2020
Focus sulla prostituzione: serve una parola maschile
Di seguito il comunicato dell'Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne alla vigilia del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
«Si avvicina il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La ricorrenza si situa in un periodo particolarmente cruento per la vita delle donne, segnato dall’aumento dei femminicidi e delle violenze tra le mura di casa. L’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (OIVD), fondato nel marzo 2019 da donne di diverse confessioni religiose, chiede attenzione su una forma di violenza che coinvolge permanentemente le donne: la prostituzione.
Oggetto dell’attuale dibattito tra chi chiede l’eliminazione della legge Merlin, e quindi la riapertura delle cosiddette case di tolleranza, e chi sostiene l’introduzione del “modello nordico” che per estirpare il fenomeno punisce i clienti, la prostituzione è una violenza sessuale, psicologica, fisica, nonché simbolica contro le donne e riguarda donne e uomini. Così testimoniano le donne sopravvissute alla prostituzione che hanno fatto luce e riportato il problema al centro del dibattito, raccontando l’orrore della loro esperienza e affermando che la prostituzione non è il mestiere più vecchio del mondo bensì uno “stupro a pagamento”.
Fino a quando ci sembrerà “normale” o “inevitabile” l’accesso maschile ai corpi delle donne dietro pagamento di una somma di denaro, continuerà ad essere possibile ogni tipo di sopraffazione nelle relazioni tra uomini e donne. Il mercato prostitutivo si basa su questa deformazione patriarcale neoliberista dell’idea di libertà. Si tratta quindi di un tema fondante per la libertà femminile, per la dignità delle donne e degli uomini e per la trasformazione della relazione tra i sessi.
Il fenomeno della prostituzione ci interroga come Osservatorio interreligioso poiché, su questa questione, le comunità di fede spesso seguono una linea interpretativa che lo denuncia come peccato ma senza denunciare la sessualità e i privilegi maschili come responsabili della schiavitù delle donne prostituite, non solo nella tratta. Oggi a noi compete contribuire a smascherare le strutture del patriarcato che innervano anche le istituzioni religiose e arare a fondo il terreno in cui hanno potuto radicarsi le violenze contro le donne che consideriamo fondative di molte altre forme di violenza e discriminazione.
Siamo consapevoli del fatto che la storia che abbiamo alle spalle ha ricevuto la sua impronta, sia in ambito politico che religioso, dagli uomini e che essa affonda le proprie radici in un tessuto che ha visto intrecciarsi due fili: quello della gerarchizzazione e quello dell’esclusione. Tutti ne hanno fatto le spese, ma soprattutto le donne il cui punto di vista e le cui esistenze sono state marginalizzate e negate, strutturando così una percezione di sé del maschile come neutro universale che a buon diritto impone verità, valori e proprietà e legittima anche l’uso della violenza per raggiungere i propri obiettivi.
Il silenzio da parte maschile sulla prostituzione rischia di tramutarsi in complicità, è necessario quindi che gli uomini, anche all’interno dei vari percorsi di fede, prendano coscienza delle proprie responsabilità, come già alcuni stanno facendo. Del resto le donne da tempo, grazie alla loro forza e alle loro lotte, hanno intrapreso questa strada. Anche come Osservatorio vogliamo far parte del movimento che in Europa chiede l’introduzione del “modello nordico” che punisce il cliente, una delle vie per giungere finalmente all’abolizione della prostituzione.
Concludiamo con un annuncio. A giugno abbiamo emesso il comunicato, condiviso con Fdei, la Federazione delle donne evangeliche in Italia, Siamo tutte Anne Soupa, per sostenere la candidatura della biblista al vescovato di Lione; ci lega ad Anne un debito di gratitudine, poiché fu madrina della nostra associazione. La candidatura, che ora sappiamo respinta, è stata un gesto salutato entusiasticamente da molte cristiane, ed anche da cristiani (uomini) che lo hanno giustamente interpretato – e appoggiato – come azione forte nel contrasto al clericalismo. Faremo una chiacchierata in streaming con Anne il 12 dicembre ore 10, in un incontro organizzato in feconda collaborazione con Fdei, Donne per la Chiesa, Adista, Voices of Faith e Catholic Women’s Council. Sarà con noi Antonietta Potente. Manderemo il link. Vi aspettiamo».