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Vivere al servizio di Cristo

Un giorno una parola – commento a I Corinzi 4, 1

Davide disse a Salomone: «Il Signore, Dio, non ti lascerà e non ti abbandonerà fino a che tutta l’opera per il servizio della casa del Signore sia compiuta»
I Cronache 28, 20

Così, ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio
I Corinzi 4, 1

Com’è dolce al tuo servizio vivere, o Salvator! (inno 142, Innario Cristiano, ed. Claudiana). Quante volte abbiamo cantato e canteremo ancora questo inno in chiesa o a casa... E ogni volta lo cantiamo con la consapevolezza che siamo stati/e chiamati/e a servire il nostro Signore – Gesù Cristo – e a fare di questo servizio, per amor Suo e per il prossimo, lo scopo della nostra vita. Un servizio che dovrebbe durare una vita intera su un sentiero spesso accidentato, spesso troppo ripido – da salire o da scendere all'improvviso – insomma, un servizio che richiede molta pazienza e tenacia da parte di ognuno e ognuna di noi. 

Hélder Câmara dice che «iniziare bene è divina grazia». Ecco, questo inizio non può rimanere soltanto un inizio come l’innamoramento che rimane sempre innamoramento e non si trasforma in un amore maturo, saldo e benedetto. Abbiamo intrapreso questo cammino di servizio per fede, ci siamo presi/e un impegno con senso di responsabilità che dobbiamo proseguire anche se a volte  abbiamo la sensazione di essere sconfitti...

Ebbene, sotto la grazia del Signore possiamo continuare a camminare anche quando siamo stanchi e delusi, o no? Sempre una cosa nuova, e quante difficoltà! Ma sì, anche allora, quando sembra che sulla nostra strada si siano spente le luci e stiamo andando alla cieca, possiamo proseguire con fiducia. Perché non siamo soli/e, non siamo abbandonati. Il mistero della grazia di Dio su cui noi, proprio noi, siamo stati chiamati ad esercitare la nostra vocazione come amministratori ci avvolge, penetra tutto il nostro cuore, tutta la nostra anima e tutta la nostra mente ridandoci la forza di andare avanti. Dunque, vogliamo dire anche noi con Câmara che «la grazia delle grazie è di non desistere quand’anche infranto ed esausto, continuare fino alla meta che ci ha indicato Dio»? 

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