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Ciò che conta veramente è conoscere Gesù

Un giorno una parola – commento a Colossesi 2, 18

E Giosuè disse al popolo: «Voi siete testimoni contro voi stessi, che vi siete scelto il Signore per servirlo!» Quelli risposero: «Siamo testimoni!»
Giosuè 24, 22

Nessuno vi derubi a suo piacere del vostro premio
Colossesi 2, 18 

Una volta conoscevo dei motociclisti per i quali il mondo si divideva in due categorie: quelli che amavano le moto e quelli che non condividevano la loro passione; dopo qualche tempo però, all’interno del gruppo si verificarono le discussioni più accanite e le contrapposizioni più nette: chi aveva un certo tipo di moto, chi la usava su certe strade e con un certo stile di guida, era “più motociclista” degli altri. Qualcosa del genere, purtroppo, – e non appaia blasfemo il paragone – successe nella chiesa di Colosse e, a naso, continua ad accadere anche ai nostri giorni.

All’interno della comunità, un gruppo di persone che non è più possibile identificare, sosteneva tesi e pratiche eterodosse, da essi ritenute giuste, le piùgiuste; chi non le condivideva, era considerato un credente di serie B; se consideriamo come sempre nella storia della chiesa (e non solo), non condividere la vulgata corrente abbia portato a essere considerati credenti d’infimo ordine, quando non eretici, si comprende facilmente l’attualità del tema.

In difesa di questi credenti minimi – che erano quelli autentici – si levò la voce dell’autore della lettera: «Nessuno vi derubi a suo piacere del vostro premio» (Col. 2, 18); certe idee sono allettanti, determinati riti attraenti, alcune pratiche piacevoli e rassicuranti: la tentazione c’è; e di fronte a persone carismatiche, affabili e convincenti (quando non tutte queste cose assieme) è difficile restare saldi e non dar loro retta; ma per i cristiani di ogni epoca, quel che conta veramente è conoscere Gesù «nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti» (Col. 2, 3).

Il premio dei credenti, in ultima analisi, è Cristo: e se questi ci viene rubato, a cosa servono idee, riti e pratiche religiose, fossero pure le più toccanti, profonde e stupefacenti? Sono come una motocicletta cui è stata tolta la benzina: per quanto bella, non serve a nulla.

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