10.000 giorni di Comunicazione Aumentativa Alternativa
08 ottobre 2020
La Comunicazione Aumentativa Alternativa può davvero cambiare la vita e la prospettiva del dialogo e della comunicazione
Fresco di stampa il libro 10.000 giorni di CAA - Una vita speciale in Comunicazione Aumentativa Alternativa (edizioni Erickson) di Lucio Cassinelli, educatore impegnato da anni con la Diaconia Valdese all'interno proprio del Servizio Comunicazione Aumentativa Alternativa dell’Uliveto. Un percorso in continua evoluzione che, come racconta Cassinelli, ha origine parecchi anni fa. «La val Pellice ha avuto dei personaggi che sono stati dei precursori nel diffondere in Italia questa strategia di comunicazione, che invece all’estero è diffusa da diversi decenni. Ha iniziato ad attecchire alla fine degli anni 90, con il servizio nato al centro Uliveto. La Diaconia Valdese da sempre ha avuto a cuore questa mission di aiutare la comunicazione delle persone in difficoltà e negli anni si sta facendo largo».
La CAA è una strategia comunicativa che non si basa sulla parola come principale mezzo espressivo, ma mette in gioco vari elementi, soprattutto immagini e che «mette insieme tante persone: équipe di operatori, familiari, amici e ingloba immagini, fotografie o oggetti reali, strumenti e tecnologie anche molto sofisticate. Da solo non avrei mai fatto nulla, è stato fondamentale avere un équipe di lavoro e mettere insieme varie professionalità per riuscire ad aiutare la comunicazione delle persone in difficoltà. fortuna. Gran parte di questi 10.000 giorni li ho trascorsi accanto a colleghi speciali. È davvero un dono avere la possibilità di condividere con loro emozioni grandi, difficoltà, progressi, errori, soddisfazioni… sempre guardando nella stessa direzione, sempre incoraggiandoci a vicenda nei momenti bui, passo dopo passo. Quando si crea una sinergia tra professionisti e famiglie questa comunicazione decolla. La CAA mette insieme tante persone e tutte le risorse possibile che chi è in difficoltà può comunque avere: poco alla volta, tutti insieme davvero si riesce a trovare un vero vocabolario di interessi e motivazioni personali e si smuove qualcosa di grande, partendo dalle piccole ed immediate esigenze ai più grandi progetti» spiega Cassinelli. I progetti costruiti sono personalizzati e utilizzano i gesti, lo sguardo, i vocalizzi, la mimica e tante altre risorse che ogni persona ha dentro di sé. Non sono pacchetti di immagini a scatola chiusa, ma un vocabolario personale costruito con pazienza e in continua evoluzione e aggiornamento.
«Questo progetto vuole raccontare aneddoti di vita vissuta in tanti anni di lavoro - aggiunge Cassinelli - Il libro non vuole essere un trattato di indicazioni tecniche e specifiche per professionisti, ma raccontare degli episodi vissuti, interessanti e piacevoli per chiunque. E non sempre sono episodi che finiscono bene, perchè la CAA non è una bacchetta magica: fornisce possibilità interessanti e da sfruttare ma, come si spiega nella quarta di copertina, “è il frutto di un percorso umano e lavorativo lungo e appassionato, è fatta di idee, ripensamenti, dubbi, critiche fraterne in équipe, scambi, competenze che nascono ed evolvono a poco a poco, giorno su giorno. Così facendo, la CAA cambia la vita. Di chi può finalmente comunicare, ma anche di chi sa ascoltare”.
La CAA diventa davvero un aiuto, non solo per comunicare, ma anche per ascoltare meglio. «Mi piacerebbe che, in generale, riuscissimo a considerare un pochino di più una persona che non parla, sfidando lo stereotipo che chi non parla non ha nulla da dire o non capisce. La sfida, sempre entusiasmante, della Comunicazione Aumentativa Alternativa, è proprio quella di riuscire a scoprire in tante persone che non possono parlare, e che a prima vista sembrerebbero anche aver poco da dire, la grande sorpresa di quante cose abbiano dentro da esprimere e vogliano dirci. Necessitano solamente di un canale per uscire».